
“Succede”, il film che ci spiega il favoloso mondo dei Millennials
SUCCEDE
di Francesca Mazzoleni
con Margherita Morchio, Matilde Passera, Matteo Oscar Giuggoli, Brando Pacitto, Giovanni Anzaldo e con Giampiero Judica e Francesca Inaudi
Tratto dal romanzo di Sofia Viscardi Succede (Mondadori editore)
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Sofia Viscardi è una blogger di 21 anni, i video del suo canale You Tube che trattano problemi tipici di ogni adolescente arrivano a centinaia di migliaia di visualizzazioni, su Facebook ha 200mila followers, ha intervistato anche Saviano (uno dei video meno visti…) e nel 2016 ha scritto un libro che adesso è diventato un film. Succede è un diario adolescenziale raccontato (e filmato) con freschezza e scommetto che avrà un grande successo.
I quattro protagonisti, studenti di un liceo milanese (uno in realtà è appena arrivato da Roma) sono molto meno stereotipati di quelli di tanti teen movies, anche se gli ingredienti dell’adolescenza sono un po’ sempre gli stessi fin da quando il mondo ha cominciato a occuparsi dei giovani, una tribù ignorata fino agli Anni 50.
Meg, la protagonista, non è bellissima e neppure magrissima, ha i brufoli, non si fa le canne, si innamora ma ha paura, ha genitori normalmente impacciati e a volte litiga coi suoi amici. Niente di eccezionale ed è proprio questo il punto di forza del film e di tutta l’attività di Sofia Viscardi: la maggior parte degli adolescenti è normale e quindi segue empatica una blogger normale, che tratta problemi quotidiani, gli stessi affrontati nel film.
Amori finiti, migliori amici adorati e adoranti, amiche che combinano pasticci, l’illusione di un innamoramento col dubbio: “Mi piace o mi piace che io gli piaccia?”. E poi, inevitabili, iPhone, computer, messaggini, What’sApp che diventano però elemento integrante della vita e non appiccicato per essere moderni, perché questa è la tecnologia raccontata dai Millennials che con la tecnologia sono nati e cresciuti. Insomma, un alone di credibilità avvolge tutto il film, diretto da una la regista che ha lasciato l’adolescenza non da molto.
Sullo sfondo Milano, negli ultimi tempi assai di moda al cinema, ma quella che vediamo è una Milano non stereotipata ed è la città in cui davvero vivono i ragazzi, anche se c’è spazio per il sogno: un tetto su cui costruire una tenda per sognare e magari allevare piccioni. Proprio come succedeva a Marlon Brando in Fronte del porto. Succede, no che qualcosa di sempre uguale nei giovanissimi resti, vi pare?
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