
Tutti i dubbi che il Covid 19 lascia in noi poveri cittadini
Credere o non credere, questo è il dilemma: se sia più salubre sopportare regole non sempre logiche, i 60 mila controllori, mandare in frantumi l’economia, temere le multe, il lockdown e restare avvinghiati alla paura stessa o armarsi contro un supposto terrorismo psicologico strategico e combattendo, scoperchiare la verità e rinascere? Morire, dormire, nulla più. E con il sonno della mente non porsi più domande, mettendo fine al cordoglio e alle infinite miserie che ci tocca vedere.
Retaggio di una società confusa, questa sarebbe una soluzione da accogliere a mani giunte. Morire, dormire, sognare forse un mondo migliore: ma qui è l’ostacolo: e se in quel torpore del pensiero ci assalissero sogni ancora più terribili? Un governo peggiore, una società peggiore, un popolo peggiore… è questa la remora che prolunga la vita ai nostri tormenti. Chi vorrebbe, se no, sopportare dibattiti, Tg, articoli faziosi, contraddittori, allarmistici? Perdere il lavoro, sopportare le angherie del vicino, il disprezzo dell’uomo borioso, la delazione del meschino, il terrore del pavido, gli indugi e la volubilità della legge, la tracotanza dei “grandi”, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri, l’inesperienza di chi governa, la malafede di chi si deresponsabilizza… quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto con un dito sul pulsante, e spegnere tutto? Chi preferirebbe resistere in questo caos dove nulla è chiaro e certo? Chi vorrebbe caricarsi di questi pesanti fardelli invece di fare una scelta, di prendere una decisione, se non fosse per il timore che varcata la soglia, compiuta quell’azione, non sappiamo cosa ci aspetta? A sgomentare la nostra volontà e convincerci a sopportare questi fardelli piuttosto che correre in cerca di altri che non conosciamo, c’è l’ignoto. Così ci fa vigliacchi la coscienza, così preferiamo non scegliere, pallidi di paura al solo pensiero che ci sia qualcosa di peggio di questo. Anche il solo il sospetto ci annichilisce. E così le nostre menti non compiono più alcuna impresa, sono distratte dal loro naturale corso e quella che diventerebbe azione perde anche la sua stessa definizione.
LIBRO CONSIGLIATO:
Amleto
di William Shakespeare
tradotto da Eugenio Montale
0 commenti