La battaglia di Bebo Storti
Da anni Bebo Storti ha intrapreso una scelta professionale importante e significativa, quella dedicata al teatro denuncia e questo suo nuovo spettacolo, che lo vede per la prima volta impegnato nelle vesti di autore, regista e interprete, racconta la storia della centrale Tirreno Power di Vado Ligure, nei pressi di Savona. L’opera si intitola “Sotto questo sole – La centrale a carbone e le colpe di nessuno” e ripercorre la tormentata vicenda dell’impianto portando in primo piano la battaglia giudiziaria che ha portato alla sua chiusura. Assieme agli attori della compagnia teatrale Cattivi Maestri di Savona, Bebo Storti affronta il problema delle responsabilità di chi, soprattutto la classe politica ligure, pur a conoscenza del pericoloso impatto ambientale della Tirreno Power e delle sue ripercussioni sulla salute pubblica (le polveri sottili diffuse nell’aria dalle ciminiere sono state la causa di malattie e decessi nel corso degli anni), non fece nulla per impedirlo, vantando il fatto che la centrale dava lavoro e arricchiva il territorio. E anche se la battaglia giudiziaria si è conclusa con un’assoluzione, resta – secondo le vittime – la condanna sul piano morale.
L’attore e regista, che il pubblico ha imparato a conoscere al cinema e in televisione, e che da anni ha abbandonato i palcoscenici televisivi per calcare solo quelli teatrali e cinematografici, nello spettacolo si è ritagliato una parte “scomoda” in linea con i personaggi che ama portare in scena: il suo ruolo è infatti quello di un manager dell’azienda contro la quale si muovono gli ambientalisti, decisi a salvaguardare la sostenibilità ambientale e non sempre appoggiati dai lavoratori. “Ma”, spiega Storti, “non deve esistere questa contrapposizione tra il mondo degli ambientalisti e quello dei lavoratori. Tutti gli abitanti di Savona, sindaco in testa, dovrà invece fare i conti con questa vicenda. Spero che lo spettacolo smuova le coscienze della città, anzi mi auguro di ricevere qualche querela e spero che chi verrà a vederlo sia poi indotto a chiedersi e a chiedere: ma quando questo succedeva io dov’ero?”.
Da dove è nata l’esigenza di portare in scena questo spettacolo?
Circa un anno fa il mio amico Stefano Milano della libreria Ubic di Savona mi ha portato a conoscenza di questo argomento, così mi sono avvicinato a questa catastrofe che la città di Savona purtroppo vive ancora con una soglia di attenzione del pericolo molto bassa e mi sono documentato leggendo il libro di Giovanni Borrello “All’ombra delle ciminiere”. Queste due cose, insieme all’aver scoperto che per la stampa nazionale parlare di queste morti era un argomento di poco interesse, mi hanno portato a decidere di rendere pubblica questa vicenda.
Perché proprio la “Tirreno Power”?
Perché vivo a Finale Ligure e conosco molto bene le realtà territoriali della zona che sento molto vicina. In Italia ci sono 13 centrali a carbone e altre realtà di inquinamento, io non sono mai stato un “verde” nel senso tradizionale e politico del termine, ma mi sono sempre occupato degli effetti devastanti che un certo tipo di trascuratezza da parte della politica, dell’imprenditoria e dell’industria provocavano alle persone. C’è un articolo della costituzione che prevede che la salute del cittadino vada tutelata. Ecco, tutto questo insieme di cose mi ha fatto pensare che forse valeva a pena di capire e denunciare perché erano morte così tante persone e perché i bambini venivano ricoverati più che in ogni altro posto d’Italia. Nell’arco di tre anni si parla di indicativamente 2600 morti. Di fronte a tutto questo ho deciso non tanto di parlare delle colpe della politica, dell’imprenditoria e dello Stato, ma delle persone. Perché delle persone a nessuno interessa. Troppe sono scomparse a causa di tutto ciò e per la maggior parte di loro tutto è stato messo a tacere. Così ho cominciato a lavorare sui testi proprio pensando alle persone. Ho deciso di fare questo spettacolo per la gente, perché sottolineando la presenza di un problema nei confronti delle persone la si sottolinea anche nei confronti dello Stato.
Ci parli di questo spettacolo…
Voi immaginate un luogo meraviglioso, in cui una mattina la gente si sveglia e vede che improvvisamente il mare è pieno di pesci morti che sono venuti a galla. Qualcosa è successo. La centrale adiacente a quel luogo qualcosa ha fatto. Per il momento io non mi posso permettere di dare colpe definitive perchè la giustizia sta ancora facendo il suo cammino. Ma le colpe ci sono, perché quei pesci morti sono una realtà, proprio come sono reali le morti delle persone e il pensiero degli abitanti del luogo che di fronte alla moria ittica non hanno potuto non pensare che qualcosa di molto grave quella Centrale a carbone lo stesse producendo. Ci sono responsabilità e misure di sicurezza che non sono state applicate. La vicenda si restringe tutta intorno al concetto del “Noi dobbiamo fare i soldi e le relative conseguenze non sono affar nostro” e senza l’appoggio politico questa cosa non si sarebbe potuta fare. Per me, l’unico modo per poter far ascoltare la mia voce e dare visibilità a questo problema è il teatro, perché quello è il mio mondo e il palcoscenico la mia realtà in cui posso esprimere e denunciare ciò che mi sta a cuore e che sento di dover fare.
In scena ci sono anche due donne…
Sì, ho voluto che fossero loro a rappresentare la sofferenza, perché le donne sono le madri, le mogli, le figlie che sono morte o che sono costrette ad essere accompagnate dalla morte di un padre, di un marito, di un figlio, vittime di questa immensa catastrofe.
“Sotto questo sole – La centrale a carbone e le colpe di nessuno”
testo e regia: Bebo Storti
con Bebo Storti e i Cattivi Maestri
Officine Solimano, Savona
Giovedì 30 marzo ore 21
Venerdì 31 marzo ore 21
Sabato 1 aprile ore 20.30
Domenica 2 aprile ore 16.30
Biglietto unico € 13, ridotto per i soci Arci € 10.
Prenotazione consigliata al numero 392 1665196, o alla mail: cattivimaestri@officinesolimano.it.
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