RIFLESSI DI CINEMA

La mitica Raffaella conquista il grande schermo

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In tre ore di film Daniele Lucchetti racconta la vita, la carriera e soprattutto la donna Raffaella Pelloni, l'artista televisiva più famosa in Italia e all'estero

Raffa

un film di Daniele Luchetti
scritto da Cristiana Farina con Carlo Altinier, Barbara Boncompagni, Salvatore Coppolino, Salvo Guercio4 stelle  _____________________________________________________________

Daniele Luchetti, autore di lungo corso che ha esordito come attore e aiuto regista di Nanni Moretti negli anni Ottanta, si è trovato di fronte un lavoro immane: come raccontare Raffaella Carrà protagonista dello spettacolo, del costume e del gossip italiano e internazionale per più di 50 anni? Il materiale da consultare era enorme, 1500 clip video, ore e ore di programmi, articoli, interviste, le parole di colleghi e amici. Insomma, da dove cominciare? La via più semplice è stata quella di andare con ordine, ovvero dal principio.

Credit archivio privato Pelloni

Ma anche così non è stato semplice e ci sono volute tre ore (avrebbero potuto essere molte di più) per cercare di raccontare una delle italiane più famose (secondo alcuni la più famosa) in Italia e all’estero. 60 milioni di dischi venduti , successi televisivi epocali, tournée da tutto esaurito soprattutto in Spagna e Sudamerica.

Quello che arriva al cuore anche ai più sofisticati che hanno sempre snobbato Raffa, ritenendola un’eroina nazional popolare, è la donna Raffaella Pelloni in arte Carrà per tutto quello che con energia e testardaggine da tipica romagnola è riuscita a ottenere nella vita.

Credit Reporters Associati Archivi – IL COLONNELLO VON RYAN con Frank Sinatra (1965)

Fin da bambina, abbandonata dal padre, con una mamma forte e poco accudente, un fratellino più piccolo, Raffaella sogna di diventare famosa, di stare su un palcoscenico davanti agli altri. Quello che la divora non è tanto il sacro fuoco dell’arte quanto la voglia di farsi illuminare dai riflettori con un pubblico in sala. Esibizionismo? Non credo, a contare erano di più la generosità e la convinzione di poter rendere felici gli altri comunicando gioia e positività. Il segreto di Raffa erano la leggerezza e la voglia di vivere in libertà, senza mai giudicare nessuno.

Gli esordi sono tutt’altro che semplici, anzi sono sconfortanti. Alla ragazzina Raffaella Pelloni non ne va bene una, anche se le tenta tutte. Caviglie troppo fragili per ballare, voce incerta per cantare, anzi, secondo i primi detrattori (fra cui il filarino giovanile) addirittura stonata. Come attrice non brilla, nonostante un film (brutto) con Frank Sinatra. Eppure proprio da quel primo passo nel cinema (il set era italiano) sembra che le cose possano funzionare. Giovanissima accompagnata dalla madre sbarca a Hollywood e ottiene un contratto. Eppure qualcosa non funziona, quel mondo le è estraneo, si sente imbrigliata e, incredibilmente, decide di lasciare perdere tutto e tornare in Italia. Con grande smacco di mamma che in terra americana si stava divertendo molto. Raffaella ha poco più di 20 anni eppure ha già vissuto una vita, si è scontrata con abbandoni (il padre), sconfitte (i fallimenti nella danza e nella musica), grandi occasioni evaporate (Hollywood). La maggior parte di noi per molto meno avrebbe mollato e sarebbe tornate a Bellaria, rifugiandosi in famiglia, confortata dai vecchi amici. Lei no e, come avrebbe fatto di fronte a ogni caduta, non si perde d’animo e sicura di farcela, perché se  ci credi le cose le ottieni, ricomincia. Accettando persino i fotoromanzi, una catastrofe pensando che solo pochi mesi prima le notizie di un suo flirt (solo promozionale) con Frank Sinatra era finito sulle prima pagine dei settimanali.

RAFFAELLA CARRA’ CON GIANNI BONCOMPAGNI
 – AG ALDO LIVERANI SAS (1972)

Le tenta tutte e finalmente (ma quanti anni ci sono voluti) approda in Tv e nel piccolo schermo troverà la sua casa ideale. In Rai trova autori intelligenti e alla Rai regala milioni di ascoltatori, ore e ore di programmi che hanno fatto la storia. I due uomini della sua vita, Gianni Boncompagni e Sergio Japino, sono stati compagni di lavoro, più complici e sostenitori che non oggetti d’amore assoluto. Le sono sempre rimasti accanto, anche quando la relazione privata si era conclusa e hanno lavorato con lei fino all’ultimo: tante immagini li immortalano tutti e tre assieme, la trinità dell’intrattenimeno.

Le immagini che si susseguono nel film di Daniele Luchetti puntano tutto su Raffaella, gli occhi sgranati e la grande bocca (sono brutta: devo per forza truccarmi) e il corpo scatenato in centinaia di balli, alcuni diventati mitici (e non solo il Tuca Tuca) e centinaia di costumi, più circensi di quelli di David Bowie. A conquistare il pubblico non è la bellezza e neppure la particolare bravura nella danza, è l’incredibile capacità di comunicare emozioni semplici e positive, in cui lei, lo si vede, crede profondamente. Si identifica col pubblico, è convinta che tutti abbiano diritto al loro quarto d’ora di felicità. Vuole svagare, divertire, per certi versi è simile a Mike Buongiorno nell’onestà e nell’impegno, ma dove il presentatore era rigido e bacchettone lei invece eccede in sfide.

RAFFAELLA CARRA’ – 1985 – AG ALDO LIVERANI SAS

Lavora a tempo pieno, controlla ogni dettaglio, intuisce i gusti e i desideri del pubblico, li anticipa. Non si ferma. Accoglie i suggerimenti dei collaboratori, non arretra di fronte ai vestiti più incredibili, è a suo agio nel kitsch, nessun costume è mai troppo. E guarda negli occhi gli spettatori: ognuno ha l’impressione che quello sguardo sia dedicato solo a lui.

Ha attraversato stagioni, ha lasciato l’Italia per anni impegnandosi in estenuanti tournée in Spagna e Sudamerica senza timore di essere dimenticata. Dai numeri coi suoi ballerini ha saputo passare ai programmi per casalinghe, quando l’orario fra 12 e le 2 in Tv era tempo vuoto morto. Anticiperà anche i reality con Carramba che sorpresa. La storia di Raffaella si intreccia con la storia italiana  per 50 anni accompagnandone rivoluzioni e cambiamenti.

Fra le rivoluzioni anche quella dei movimenti Lgbtq+ che hanno eletto Raffa a la loro icona, un altro aspetto che il film di Luchetti tratta senza superficialità.

Perché piace così tanto ai gay? Perché le sue canzoni non mancano mai nelle sfilate del Pride? I motivi sono articolati e gli intervistati li spiegano molto bene. Proviamo a sintetizzare. Raffaella era coraggiosa, non ha mai avuto paura di essere se stessa e ha difeso il diritto di tutti a esserlo. In una parola, Raffaella è un simbolo semplice di totale libertà e l’esempio di come, se lo vuoi, puoi  arrivare dovunque.

 

 

 

 

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