Le “Dieci piccole ragioni” di Roberto Casalino
Roberto Casalino, dopo aver firmato nel 2008 per Giusy Ferreri i singoli di successo Non ti scordar mai di me e Novembre, colleziona in breve tempo pezzi da alta classifica scrivendo per gli artisti più amati del momento tra i quali Emma Marrone, Annalisa, Alessandra Amoroso, Francesco Renga e Marco Mengoni. L’abbiamo incontrato in occasione dell’uscita in questi giorni del suo nuovo album DIECI PICCOLE RAGIONI che rappresenta un percorso nella vita del cantautore e che raccoglie le esperienze e le consapevolezze raggiunte negli ultimi anni. È un album sull’amore verso se stessi, un percorso che passa attraverso la comprensione, la compassione e il perdono. Dieci frammenti di vita in cui il bianco e il nero si alternano a un accenno di colore in continuo divenire. Una produzione di altissimo livello, un pop moderno ed elegante, tra elettronica e strumenti acustici, con la voce di Roberto Casalino che emoziona sempre.
L’album verrà presentato dal vivo in un concerto-evento, il 26 ottobre all’ARCI Bellezza di Milano.
I biglietti sono disponibili su DICE: https://link.dice.fm/Re83eb2b11f1 o direttamente in cassa.
Roberto Casalino: hai 6 album all’attivo di cui uno live, ma anche decine di hits scritte per altri artisti, a partire da due pezzi del 2008 che consacrano il personaggio di Giusy Ferreri. Com’è stato per te, che eri giovanissimo, questo debutto “col botto”?
“Tutto è accaduto nel 2008, avevo 29 anni e facevo musica seriamente da ormai 15 anni. Non ero più giovanissimo a dire il vero e stavo sempre più accarezzando l’idea di relegare la musica a mera passione, avendo collezionato troppe porte chiuse in faccia. Questo per dire che quando è esplosa improvvisamente Giusy Ferreri con la mia Non ti scordar mai di me, avevo alle spalle anni e anni di gavetta. Non ero pronto a quel successo, ma ne ho goduto con la consapevolezza e la testa di un quasi trentenne che ormai aveva perso le speranze di farcela nella musica”.
Da sempre collabori con Tiziano Ferro, con il quale hai composto decine di brani. E’ nata prima l’amicizia o la collaborazione artistica?
“Tiziano l’ho conosciuto nel 1993 su un campo di pallavolo: è il mio migliore amico e ci siamo subito trovati in sintonia, avendo entrambi questa forte passione per la musica. La musica ci ha uniti e ci ha salvati. Le collaborazioni artistiche sono arrivate in modo molto naturale: quest’anno abbiamo festeggiato i nostri 30 anni di amicizia e lo abbiamo fatto con un brano scritto insieme, ovvero Destinazione mare, che ci ha visti duettare sul palco dello Stadio Olimpico davanti a 60 mila persone. Un’emozione indelebile”.
Hai partecipato moltissime volte a Sanremo come autore e, nel 2013 lo vinci con L’essenziale, interpretata da Marco Mengoni. Cos’ha rappresentato per te questa vittoria?
“Un sogno che si realizzava: ho trascorso la notte più folle della mia vita. Dopo la proclamazione del vincitore, ho vagato per Sanremo col mio editore festeggiando con chiunque. Mai avrei immaginato di vincere e sono felice che a suo tempo i social non fossero così diffusi e che non ci fosse quel bisogno di condividere per forza ogni cosa. Mi sono goduto il momento, le telefonate delle persone a me care e tutto ciò che L’essenziale ha rappresentato per me e per la carriera di Marco”.
Un Sanremo in prima persona è tra i tuoi progetti?
“Lo è da sempre, ma non si è mai concretizzato. E a dire il vero negli ultimi anni non mi sto più proponendo al direttore artistico. Non ho abbandonato il sogno, ma sono una persona concreta e consapevole di quanto sia improbabile vedermi su quel palco come cantautore, almeno per il momento”.
Le canzoni che scrivi per altri artisti nascono già con questa idea, pensando a chi le canterà, o scegli a posteriori se tenerle per te o “regalarle” ad altri?
“Ogni canzone nasce da una mia urgenza comunicativa e dalla necessità di sviscerare certe emozioni, traducendole in musica e parole. Questo fa sì che io scriva sempre per me, senza pormi il problema del ‘dopo’. Non riesco a scindere la scrittura per me da quella per altri: gli artisti che finora hanno interpretato pezzi che portano la mia firma hanno raccontato e cantato frammenti importanti della mia vita. E questo mi permette di sentirmi rappresentato appieno dalle mie creazioni, sia che sia io a cantarle sia che lo facciano altri al mio posto”.
Questa domanda te l’ho fatta perché ascoltando i brani dei tuoi album risultano in un certo qual modo più personali, introspettivi rispetto ai tuoi lavori come autore. E’ così?
“Non sono d’accordo, ma accolgo le tue impressioni. L’importante alla fine è che arrivi qualcosa e che quel qualcosa sia una bella emozione”.
Il tuo nuovo album si intitola Dieci piccole ragioni. Ognuna delle 10 canzoni del disco, rappresenta una di queste ragioni? In che modo?
“Le mie dieci piccole ragioni sono i miei dieci comandamenti: insegnamenti che ho tratto negli ultimi anni della mia vita e che ho voluto trasmettere in queste dieci tracce. Nell’album si toccano varie ‘ragioni’: la libertà, il passare del tempo, la compassione, il perdono verso se stessi, l’amore tossico e quello sano, la consapevolezza dell’amor proprio come fulcro di tutto. È un disco molto ispirato e sincero, che mi rappresenta appieno”.
Nell’album è inserito il singolo dello scorso anno Un giorno, tre autunni. L’autunno è probabilmente la stagione meno celebrata nelle canzoni… come mai questa scelta?
“Amo l’autunno, i suoi colori e le temperature miti. L’ho celebrato già in una canzone come Novembre per Giusy Ferreri. Mentre nel brano da te citato, il concetto di autunno è legato a un detto cinese secondo il quale se una persona ti manca, un giorno sembra durare tre autunni. Dunque tre anni. Mi ritrovo in questo concetto e mi piace l’accostamento della mancanza alla stagione autunnale. È davvero molto vicino al mio sentire”.
Il video del nuovo singolo Sei migliore o no è costellato di citazioni anni ’90. Come nasce l’associazione di questi oggetti e immagini con il brano?
“Il brano parla del fluire del tempo, del cambiamento che non puoi fermare: l’unica scelta che devi fare è se rimpiangere il ’te’ di ieri, oppure imparare ad amare quello che sei oggi e sarai domani. Il periodo adolescenziale è quello in cui ogni cambiamento della nostra personalità si fa più evidente: la mia adolescenza è stata negli anni 90, quindi ho voluto che nel video ci fossero tutte citazioni che riconducessero a quel periodo storico. L’ho fatto con gli oggetti, ma anche con gli outfit. Mi sono davvero divertito e credo che tutto questo emerga nel video”.
Com’è nata la collaborazione con un’artista trasgressiva come Romina Falcone, con la quale hai duettato anche nel singolo che ha anticipato l’album Altrettanto?
“Romina non è trasgressiva: Romina è sincera, dice le cose come stanno senza peli sulla lingua. Mi ha sempre affascinato il suo modo di raccontare l’universo maschile e femminile, la sua ironia intelligente e mai volgare. Ci siamo conosciuti virtualmente nel 2020 in piena pandemia e abbiamo iniziato una collaborazione sul suo progetto. Scrivere con lei mi permette di dare sfogo a una parte di me che magari nelle mie canzoni non trova spazio. C’è stima reciproca e soprattutto negli anni abbiamo costruito una sincera amicizia”.
Il tuo long playing (lo chiamerò proprio così, da boomer collezionista compulsivo di dischi quale sono), in forma fisica è uscito solo in vinile. Da artista, cosa pensi della rinascita di questo supporto e la conseguente “morte” del cd?
“Non credo che il cd sia “morto”: probabilmente è per collezionisti, un po’ come per il vinile. È tornato di moda questo formato negli ultimi anni e ne sono felice: il calore che si percepisce dall’ascolto di un vinile è qualcosa di unico e indescrivibile. Non ho mai stampato prima d’ora un mio album in questo formato: per motivi strettamente strategici (considerando che in questo periodo storico chiunque vende poco, tanto più uno come me) ho dovuto scegliere tra cd e vinile. Ho voluto farmi un regalo e ho scelto il secondo. Anzi, il regalo è doppio perché l’album esiste anche in formato musicassetta. Quindi un vero e proprio legame col passato, un passato che trovo sempre tanto romantico”.
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