L’emozione istantanea di Cartier-Bresson
«La fotografia è un impulso spontaneo che viene da un occhio sempre attento, che cattura il momento e la sua eternità». E’ con queste poche parole che Henri Cartier-Bresson raccontava se stesso e la sua arte.
Fotografo, giornalista, reporter, Cartier-Bresson ebbe una vita e una carriera lunghissime – smise di fotografare a 70 anni e morì a 94 – realizzando immagini che sono diventate delle vere e proprie icone, tutte scattate con la sua Leica e un unico obiettivo. Chi ebbe la fortuna di conoscerlo raccontava che il grande fotografo francese restava fermo per ore, nervosamente, davanti allo sfondo che aveva scelto per la sua foto. E aspettava. Aspettava che davanti a quello sfondo succedesse qualcosa. Quel qualcosa, che lui riusciva a cogliere in pochi scatti e che ha portato alla creazione di foto come Derrière la Gare Saint-Lazare (Dietro la stazione di Saint-Lazare), scattata dal fotografo a soli 24 anni a Parigi nel 1932, e scelta come immagine guida di questa rassegna monografica. Mentre scendo la grande scalinata marmorea di Palazzo Ducale penso… Penso a quanto, per chi si esprima con la fotografia, scattare sia un fatto fisico, una necessità, un’esigenza incontrollabile. Qualche giorno fa un fotografo conosciuto a livello mondiale mi confessava che in fondo non è tanto il soggetto a fare “la foto”, quanto il riprodurre, tramite esso, l’animo del fotografo. Questo suggerimento mi dà il giro di volta per comprendere appieno l’arte di Cartier-Bresson.
Nei 140 scatti esposti nel bell’allestimento della Loggia degli Abati, il fil rouge che lega ogni immagine è proprio questo: l’impellenza di rendere tangibile la propria emozione determinata da un attimo effimero, destinato a esaurirsi il secondo successivo. Da qui la scelta di non operare tagli successivi alle sue inquadrature: l’immagine è la rappresentazione esatta di ciò che lui ha percepito, né più, né meno. Cartier-Bresson fa poca distinzione tra un ritratto o un paesaggio, un’immagine di guerra o quella di un evento mondano. L’importante, per lui, è riportare agli occhi del suo pubblico, quasi in maniera compulsiva, la realtà filtrata dai suoi occhi.
Così come un tiratore scelto, egli afferma: “Sono un fascio di nervi in attesa del momento e questo monta e poi esplode, è una gioia fisica, una danza, l’unione di tempo e spazio. Sì sì sì! Come la conclusione dell’Ulisse di Joyce. Vedere è tutto.” Ed ecco allora che l’emozione sale di fronte all’immagine del Viale del Prado scattata a Marsiglia nel 1932 così come di fronte alle foto delle Prostitute di Calle Cuauhtemoctzin, a Città del Messico e quelle di Alicante in Spagna. Ripercorro mentalmente le immagini che ho visto, e sempre più concordo con chi, Cartier-Bresson, l’ha definito “l’Occhio del secolo.”
HENRI CARTIER-BRESSON
FOTOGRAFO
fino all’ 11 giugno 2017
Loggia degli Abati di Palazzo Ducale -
Genova
Orari:
da martedì a domenica 10 – 19
Lunedì chiuso.
(La biglietteria chiude un’ora prima
)
Prezzi: Biglietto di ingresso
€ 12,00 open –
€ 10,00 intero –
€ 8,00 ridotto
Info e contatti: tel.
199.15.11.21
mostre@civita.it
www.palazzoducale.genova.it
www.mostracartierbresson.it
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