
Noi cinquantenni non siamo così!
Leggo con mia somma sorpresa, frugando nel web, questa terribile, ferale notizia: da un’indagine dei consumatori italiani a Palermo, Catania e Siracusa, emerge una nuova figura femminile di rovina famiglie… indovinate un po’? L’identikit descrive una donna di bella presenza, con un’età che va dai quarantacinque anni ai cinquanta, separata o divorziata, molto curata nell’aspetto, sicura di sé. Probabilmente molto delusa dalla vita, soprattutto da partner coetanei. Una che cerca avventure con giovani, possibilmente sposati e con figli ancora da crescere. Una donna ferita, disillusa e delusa dalla vita che cerca la sua rivincita. Una che non ha più nulla da perdere!
Bah… davvero? Davvero non abbiamo più nulla da perdere? Così dice questo studio, dice che noi siamo quelle che cercano il brivido senza impegno in cambio di una parvenza di protezione ed esperienza per giovani che vogliono fare un giro in giostra. Questo articolo del Codaconsicilia, che ho in parte citato, ci schiaffa in faccia la sua realtà dicendo che noi elimineremmo gli effetti psicologici della menopausa imminente, così: con due punture di botulino e una botta ben assestata da un giovinastro fedifrago. Si parla di donne cinquantenni che pare si sentano meglio dopo avere “sconfitto”, in una gara spietata, le loro giovani rivali, rimaste a casa a curare i figli piccoli che il loro irriguardoso maritino gli ha affibbiato perché schiacciato dai doveri familiari, un peso tanto enorme da doversi svagare fuori.
L’articolo si conclude con la povera cinquantenne che con il suo botulino e il mascara sciolto dal coito selvaggio appena consumato, se ne torna a casa a fare i conti con la propria solitudine, resa ancora più amara dalla finzione di cui sopra. E ancora, l’articolo consiglia di trovarsi uno straccio di uomo della propria età perché quelli, i giovinastri fedifraghi, ci cercano solo per una fugace trasgressione per rigettarci poi nel famoso pozzo della solitudine amara, sempre di cui sopra.
Sono basita! Troppe cose mi lasciano esterrefatta. Partiamo dal presupposto che le cinquantenni descritte in questo articolo sono un gruppo di poveracce. Ma cosa abbiamo imparato ragazze? Cosa abbiamo detto in decenni di lotte, anche se indirette? Mai una contro l’altra! È démodé, è una roba che succedeva durante il falso perbenismo anni ’50. Le donne si sono emancipate. Io spero che stiate scherzando! È roba da film dell’orrore anche solo l’idea che una donna di cinquant’anni ancora non abbia capito che l’umiliazione di stare con il marito di un’altra è solo la sua! Ovvero quella di essersi messa al pari di uno che tradisce, di concorrere a ferire un’altra donna. Peggio mi sento se penso che quella stessa cinquantenne sia stata vittima di un tradimento a sua volta. Significa che non ha capito nulla di quello che le è capitato! Non c’è moralismo in ciò che dico, solo indignazione per il fatto che una donna possa fare questo ad un’altra e pensare che sia trasgressivo. È solo un atto di codardia. Soprattutto a cinquant’anni, perché sei abbastanza matura da sapere cosa significhi.
E mettiamoci pure questi omuncoli, “schiacciati dal peso della famiglia e del matrimonio”… davvero basta, non hanno più scusanti! Come se fosse solo loro questo peso! Ma quando mai?! Perché, le donne che vi stanno affianco, non li vedono i vostri difetti? Le vostre panze, i vostri aliti pesanti, le vostre misere pigrizie? Non devono fare loro la maggior parte delle cose, a casa e con i figli? Loro non sono appesantite forse più di voi? Ma quale pesantezza avete da affrontare se non quella della vostra coscienza, dormiente anch’essa, unita all’abulia esistenziale e celebrale che vi contraddistingue? Provo una certa repulsione per questi viziati, non viziosi, esserini, perché è la meschinità, più del fascino, che li sostiene.
L’altra cosa che mi ha davvero fatto arrabbiare è come viene descritta una donna di cinquant’anni in questo assurdo articolo. Ovvero una che si ammazza in palestra, si mitraglia la faccia di sostanze anti rughe per sembrare più giovane e quindi degna di sbaragliare la concorrenza al momento leggermente fiaccata dalla vita familiare, per consumare un breve e squallido incontro con un pischello deficiente che cerca mamma, per poi tornarsene a casa con la propria menopausa dietro la porta e una solitudine devastante ad attenderla. Ma che è? Una sfigata totale! Ma io non mi riconosco affatto in questa descrizione e spero nemmeno voi!
Caro Codacons, non so chi tu abbia intervistato ma se ciò corrisponde a verità, state messi male dalle vostre parti! Io mi sento una splendida quarantasettenne, vitale, matura e fisicamente non pretendo di essere una ventenne perché sarei patetica. Voglio sembrare una splendida cinquantenne e basta! Mi piacciono gli uomini, più giovani o coetanei o più vecchi non me ne frega niente, l’importante è che siano brave persone, mi affascinino e non siano già impegnati con mogli, compagne, conviventi o fidanzate. Le mie delusioni mi hanno fatta crescere e non incattivire. Non cerco vendetta, cerco bellezza e benessere nei rapporti. Cerco qualità! In questo si, mi sento più libera! Libera di poter trovare una persona che mi dia quello che cerco. E quello che cerco è serenità, accoglienza, ascolto. Tutte cose che mi sono mancate in passato perché troppo giovane, insicura o avventata.
Concludo con il cinismo. Il cinismo che sotterraneamente permea la descrizione di questa fantomatica cinquantenne, più livorosa in verità che libertina, e di quell’imbecille che le fa il paio, è patetico e passato di moda da un pezzo anch’esso. Signore svegliamoci! Siamo negli anni venti, ma del duemila!
LIBRO CONSIGLIATO:
Quel tipo di donna
di Valeria Parrella
(ed. Harper Collins)
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