
Quando il materiale emotivo è da sipario rosso
IL MATERIALE EMOTIVO
un film di Sergio Castellitto
con Sergio Castellitto, Bérénice Bejo, Matilda De Angelis
Dalla sceneggiatura “Un drago a Forma di nuvola” di Ettore Scola,
Furio Scarpelli, Silvia Scola _____________________________________________________________
Vi ricordare Il favoloso mondo di Amélie? Sergio Castellitto lo aveva di sicuro in mente quando ha immaginato lo stile del suo film, che ha alle spalle una sceneggiatura importante, di Ettore Scola con la figlia Silvia e Furio Scarpelli, riscritta dallo stesso Castellitto assieme alla moglie Margaret Mazzantini.
Facile immaginare come la storia del film, pregna di riferimenti teatral, cinematografici e letterari abbia sedotto Castellitto che si è ritagliato il ruolo del protagonista. Facile immaginare le discussioni fra lui e la moglie durante la scrittura: quanto la finzione artistica e letteraria può infuenzare la vita? Ma la raffredda, allontanandoci dalla realtà, o la arricchisce? E la carne della vita quotidiana quanto può fondersi con l’immateriale delle emozioni? Il risultato è un film molto pensato e molto teatrale, che non a caso si apre e si chiude seguendo il movimento di un classico sipario rosso e che sparge a piene mani citazioni letterarie, riferimenti nei nomi dei personaggi, poster di film famosi.
Ma ecco la scena, simile a un presepe napoletano e come quello coloratissima: in un paese da quinta teatrale si muovono vari personaggi, tutti calamitati dalla libreria vecchio stile di Vincenzo (Castellitto). Ci sono figure di contorno, dal professore cleptomane al barista, ad altre di primo piano come la figlia con il nome proustiano di Albertine (Matilda De Angelis), immobilizzata su una sedia a rotelle, e l’esplosiva Yolande (Bérénice Bejo) un’attrice di teatro alla perenne ricerca di emozioni con cui costruire i suoi personaggi, una donna che vive ogni minuto sull’onda dell’istinto come fosse l’ultimo della sua vita.
Inevitabile che gli incontri cambino i protagonisti, strappandoli a una routine che sembrava consolidata. Ma non è facile maneggiare il materiale emotivo, che, dichiarando la poetica del film, Castellitto nelle prime scene definisce un ossimoro, ovvero uma contraddizione in termini: o c’è materia, o c’è emozione.
Una confezione di grande eleganza per un film anomalo che però fatica a sciogliersi e a raggiungere le sue ambizioni. Far andare d’accordo “materiale” e “emotivo” è un’impresa davvero titanica.
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