
Quando le prime artefici dello shaming sono le donne
Dopo un’intensa estate a evitare gente e stare distante da tutto e tutti, mi ricongiungo con le mie faccende e mi ritrovo una signora in copertina su Vanity Fair che espone le sue cicce tutta ignuda!
La signora Incontrada fa parlare di sè per sensibilizzare su un tema che riguarda molte di noi, il corpo non perfetto e la derisione pubblica dello stesso. Capirai! Sarà mica una novità! Eppure oggi è diventato un tema caldo. Tutti stanno parlando di questo sul web, e io chi sono per esimermi? Quale migliore argomento se non questo per uscire dal silenzio estivo ed entrare in questo autunno cupo e piovoso? Dopo avere esposto le pingui chiappe al sole, ora ne parliamo, così da non perdere l’abitudine.
Il tema coinvolge moltissime di noi che arrivate “a una certa”, fanno magari fatica a mantenere le curve al loro posto. O magari al loro posto non le hanno mai avute in effetti! Ragazze, se ci pensiamo siamo davvero fortunate! Oltre allo sdoganamento dell’età ora c’è pure lo sdoganamento della ciccia, delle imperfezioni in generale… e chi ci ferma più? Possiamo essere serenamente “grandi”, accompagnarci a giovani uomini che ci desiderano immensamente proprio perché più grandi, essere imperfette fisicamente e libere di riprendere in mano la nostra vita lavorativa re-inventandocela… Siamo capitate nell’era giusta, nel momento giusto, nella società giusta? Che culo! Che bello!
Frena, frena, mica è proprio così! Questo fatto del “sono bella come sono” lo si dice, con spavalderia, lo si strilla, rimbalza sul web come una scheggia impazzita, ma sarà vera questa liberazione?
Partiamo dall’origine
Ovvero dai nuovi termini che sono stati coniati per raccontare questo fenomeno, che si accampa a trecentosessanta gradi sotto un unico principale vocabolo anglosassone: X-SHAMING. Quanto sono bravi gli inglesi a riassumere! Quella X, infatti, può essere modificata con mille possibili comportamenti o caratteristiche da stigmatizzare. Già, perché lo Shaming è l’atto di ridicolizzare, denigrare, stigmatizzare qualcuno per quella data caratteristica.
Così fioriscono nuove espressioni come:
Body- shaming, ovvero la derisione dei difetti fisici.
Fat – shaming, denigrazione dell’obesità.
Slut-shaming, riguarda ogni donna che abbia svariati amanti,
Mum-shaming, mamme che non sono abbastanza materne,
Pet-shaming, ridicolizzazione di comportamenti animali, con sotto categorie per ogni specie: cat-shaming, dog-shaming…
Drought shaming, si scaglia contro chi beve troppa acqua durante la siccità
Vote-shaming, stigmatizza chi non vota o vota male
Grammar shaming, mette alla gogna dei personaggi famosi che fanno strafalcioni grammaticali. È evidentemente un termine in Italia non prenderà mai piede, noi quelli che parlano male li osanniamo.
X,x,x – shaming fino al flight-shaming, quelli che non prendono l’aereo per non impattare sull’ambiente con il co2
Insomma ce ne è per tutti! Tutti contro tutti. E nella statistica il genere più colpito da tutta questa stigmatizzazione compresi gatti e cani, indovinate qual è? Rullo di tamburi… quello femminile! E ti pareva! La cosa più triste di tutte è che le più criticone sono proprio le donne. Una guerra tra donne. Donne che odiano le donne! Ancora?! C’è un’invidia perfida che dilaga in ogni dove colpendo tutte le età e le classi sociali. Donne che insultano altre donne perché non sono abbastanza qualcosa o troppo qualcos’altro. Donne che fanno subire ad altre colpi bassi all’autostima, provocando in alcuni casi effetti devastanti come scompensi psicologici, disturbi alimentari, fobia sociale, depressione. Ma cosa muove queste donne a comportarsi in questo modo nei confronti delle loro simili? Pare sia l’invidia, certo, ma in forma grave, un narcisistico senso di distruzione dell’altra perché riesce a vivere anche senza: senza un corpo perfetto, senza un ménage perfetto e magari ha comunque successo! Ragazze, ma non lo abbiamo ancora imparato che dobbiamo essere solidali?!!! Siamo le prime nemiche di noi stesse… ancora… dopo decenni!
Propongo la coniazione di un nuovo termine: x-exaltation! Esaltiamoci in tutto. Come donne pingui, donne secche, come madri, come cani, come gatti! Creiamo un contro movimento! Il movimento delle “esaltate”. Il Women-exaltation! Esagerato? Può darsi, ma a togliere il troppo si fa sempre in tempo e poi tanto male non ci fa! Così facendo forse a cinquant’anni potremo dirci fortunate, davvero! Allora sì che saremo messe meglio delle nostre madri, nonne e bisnonne quando avevano la nostra età!
LIBRO CONSIGLIATO:
Festa di famiglia
di Sveva Casati Modigliani (ed. SPERLING & KUPFER)
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