
Sai arginare un’amica che parla sempre e soltanto di se stessa?
A quante di noi è capitato di trovarsi spesso in situazioni tali in cui ci ritroviamo in compagnia di persone che monopolizzano l’attenzione dei presenti parlando esclusivamente di se stessi arrivando persino a inventarsi aneddoti che li riguardano pur di essere costantemente al centro dell’attenzione? Monopolizzano e si inseriscono in qualsiasi conversazione, per diventare il centro della discussione con discorsi che hanno come unico soggetto solo se stessi.
Egocentrici? Narcisisti? Vanesi? Presuntuosi? La questione non è così semplice.
Se state leggendo questo articolo è perché anche a voi è capitato di ritrovarvi in situazioni simili, o perché state persando a una o più persone che conoscete, magari a una vostra amica. La realtà è che si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso che secondo lo psicoanalista Saverio Tomasella deriva da diversi profili psicologici. Di primo acchito, quando ci ritroviamo ad avere a che fare con questi soggetti, il primo giudizio che ci viene alla mente è quello di considerarli degli insopportabili egocentrici che per essere al centro dell’attenzione hanno la necessità di parlare esclusivamente di se stessi, nutrendo così il proprio ego e annoiando a morte chi è costretto a dar loro retta. Gli studi scientifici dimostrano però che chi è affetto dalla sindrome del parlare solo e sempre di se stesso non necessariamente è egocentrico: “Alcuni possono persino essere altruisti e dimostrarsi presenti per una persona cara che ne ha bisogno”, afferma lo psicoanlista che specifica: “Da un punto di vista psichico, ci sono vari profili che caratterizzano questi soggetti”.
E tutti hanno radici lontane, perché come molti di questi problemi, partono dall’infanzia e dal tipo di educazione ricevuta. Se si è figli di genitori che hanno educato la propria prole incoraggiandola a essere sempre migliore degli altri, ecco che con molta probabilità quel bambino da adulto sarà qualcuno che monopolizzerà ogni conversazione parlando solo di se stesso proprio per dimostrare a tutti di essere il migliore.
Allo stesso modo, chi è stato cresciuto con l’idea che se non si è il migliore non si è nulla, una volta adulto avrà la necessità di continuare a dimostrare quanto vale, esibendo ogni sua qualità in qualsiasi situazione e contesto sociale si trovi. Infine, sempre per quanto riguarda l’infanzia, un altro profilo che caratterizza questi individui è quello di voler dimostrare la propria legittimità: “I bambini cresciuti in un ambiente sociale svantaggiato, per esempio, parlano molto di loro in modo che non possiamo fare loro il rimprovero di cui hanno tanto paura “, dice Tomasella.
Vi è poi un’altra caratteristica psicologica propria di questi soggetti ed è quella relativa alla sfera emotiva: c’è chi, infatti, per evitare le emozioni che emergono dalle affermazioni delle persone con cui conversa, mette in atto un meccanismo di autodifesa deviando la conversazione verso un altro argomento: e cosa dà più sicurezza se non il parlare dell’argomento che meglio si conosce, cioè se stessi?
In ogni caso, qualunque siano le cause che portano queste persone a comportarsi in modo tale, è innegabile che ci si trovi di fronte a soggetti dall’ego esuberante con caratteristiche dominanti.
Che cosa fare per affrontare gli individui protagonisti di queste situazioni?
Partendo dal presupposto che i soggetti di cui sopra non siano consapevoli del problema, la cosa migliore è quella di affrontarli, facendo loro notare che questo tipo di comportamento annoia, mette a disagio e rende il soggetto insopportabile agli occhi degli altri. Certo, considerando che generalmente queste persone sono tanto presuntuose quanto permalose, bisognerà usare tatto, delicatezza e un tocco di umorismo, facendo comprendere loro che se li mettiamo di fronte a questa realtà è solo per il loro bene (bugia, lo è soprattutto per il nostro). Per aiutare questi soggetti, lo psicoanalista consiglia di far loro un cenno ogni volta in cui scatta il mood “ora vi parlo di me” così da renderli consapevoli all’instante. Se questa tecnica non funziona o se invece il soggetto in questione non solo ne è perfettamente consapevole ma anche fiero e cosciente di ciò che fa, allora la soluzione più efficace è una sola: smettete di frequentarlo e se proprio siete costretti a farlo, alzate i tacchi appena inizia il monologo su stesso.
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