Se non comunichi con i tuoi figli adolescenti, questo film fa per te
L’ultima ora
Diretto da Sébastien Marnier
con Laurent Lafitte, Emmanuelle Bercot, Luàna Bajrami
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Un paese da qualche parte nell’interno della Francia. Boschi, fiumi, laghetti, cave, miniere dismesse e la sagoma di una centrale nucleare all’orizzonte.
Il silenzio di un piccolo gruppo di studenti, intenti a un compito. L’insegnante, in fondo alla classe, distratto, maneggia il suo Smartphone. Senza preavviso (né per gli studenti, né per noi spettatori) si alza e si butta dalla finestra. Sgomento, poche grida, uno strano pudore, come se fosse una vergogna mostrare le emozioni.
Il regista rispetta il clima che vuole impostare e non indulge, cambiando rapidamente scena. A sostituire il suicida, arriva un supplente. Troppo semplice e di buon carattere per contrastare la situazione, visto che nella smilza classe, solo 12 allievi, tutti superdotati, sei iniziano da subito una silenziosa guerra contro di lui. Uno scontro educato, colto, in cui i ragazzini padroneggiano emozioni e leggi, velando l’ostilità sotto comportamenti ineccepibili.
Quanto agli adulti, sembrano tutti insensibili nei confronti dei ragazzi, preferendo la distanza al coinvolgimento. Liquidando con superficialità ogni segnale d’allarme, anonimi Pilato del mondo contemporaneo.
Nel giro di poco, una serie di inspiegabili episodi rendono il clima ancora più inquietante, accentuando la paranoia del supplente, sempre più isolato nelle sue paure. Chi sono davvero i sei ragazzini e cosa stanno tramando? Sono in pericolo loro o gli altri? Forse l’autore della strage di Columbine agiva nello stesso modo. Forse gli adulti non capiscono gli adolescenti, forse la distanza è incolmabile. E se la ragione fosse invece dalla parte dei giovani? Il mondo che i loro padri stanno lasciando non fa pubblicità al comportamento di chi ci ha vissuto finora.
Tratto da un bel libro, autore un professore (L’ultima ora, di Christophe Dufossé, Einaudi), la storia mescola fantascienza apocalittica e romanzo di formazione. Le atmosfere citano, e molto bene, capisaldi del genere, come Il villaggio dei dannati, Il nastro bianco, Stand by me e persino It. Perfetti i sei protagonisti, con la loro recitazione tutta interiore, fatta di sguardi impenetrabili, dolore contenuto e ossessione del controllo.
Terribile, intenso finale. Ottimo film, speriamo che l’uscita estiva non lo penalizzi.
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