San Valentino e la malattia del bacio: quando l’amore lascia… la febbre

Spesso sottovalutata, la mononucleosi, la malattia del bacio, può debilitare l’organismo per settimane, riconoscerne i sintomi precocemente e adottare le giuste precauzioni è essenziale per evitare di diffonderla e tornare presto in forma

Il 14 febbraio si festeggia San Valentino, festa degli innamorati. E tra gli innamorati ci si scambiano  i baci. Tra le malattie più frequenti di questa consuetudine c’è la possibilità di prendersi la mononucleosi. Più nota con il nome di malattia del bacio perché l’infezione si trasmette con la saliva, è una malattia causata da un virus che interessa il sistema linfatico. Spesso non viene riconosciuta, in quanto i sintomi non sono seri e vengono sottovalutati. Per contro, alcune persone ritengono i segnali qualcosa di più grave.

DI CHE COSA SI TRATTA

La mononucleosi è un’infezione dovuta al virus Epstein-Barr, che si diffonde con facilità da una persona all’altra. Anche se le modalità del contagio non sono del tutto note, si ritiene che il virus si trasmetta con la saliva, le goccioline di uno starnuto, un bacio o bevendo da un bicchiere appena usato da un individuo infetto. Una volta nell’organismo, il virus si replica soprattutto nelle tonsille e in seguito si diffonde a tutto il corpo, trasportato da un tipo di globuli bianchi (i linfociti), causando un ingrossamento delle ghiandole linfatiche e a volte anche febbre. Poiché l’infezione provoca mal di gola, può essere diagnosticata come una banale tonsillite.

COME RICONOSCERLA

I sintomi tipici sono: mal di gola, aumento di volume delle ghiandole linfatiche, in particolare quelle del collo e della milza, spossatezza e a volte febbre. In genere, il disturbo si limita a sintomi talmente lievi da passare del tutto inosservati o essere la conseguenza di malesseri passeggeri. Quando la febbre è alta e le tonsille  sono ingrossate diventa difficile deglutire e respirare. Le persone più a rischio sono:  bambini e giovani, che, frequentando scuole, palestre e ambienti collettivi, hanno maggiori occasioni di esposizione al virus.

COME SI SCOPRE

Scoprire la mononucleosi è molto semplice: basta sottoporsi a un prelievo di sangue, i cui risultati sono pronti in pochi giorni. L’esame più utile è la ricerca degli anticorpi contro il virus, cioè degli anticorpi anti-Epstein-Barr. Se l’infezione è in recente, l’esame rivela la presenza di anticorpi IgM, che scompaiono subito dopo la guarigione, mentre se l’infezione è di vecchia data, l’esame rivela la presenza di anticorpi IgG, che si possono trovare anche anni dopo la guarigione.

POCHE MEDICINE

Non ci sono particolari farmaci per guarire dalla mononucleosi, e in genere si ricorre a medicine sintomatiche contro la febbre e il mal di gola. Importante è non prenderli senza aver prima sentito il parere del medico: alcuni principi attivi possono scatenare serie reazioni indesiderate o allergiche nelle persone predisposte.

LE COMPLICANZE

In genere, la mononucleosi guarisce senza conseguenze, anche se a volte possono manifestarsi complicanze, come infiammazione alla gola, ingrossamento di linfonodi e milza, epatite. Il virus può rimanere nascosto nei globuli bianchi anche per anni e le probabilità che si riattivi sono basse. L’infezione può ricomparire anche diverse volte, ma con sintomi sempre più lievi e, una volta scomparsa del tutto, non lascia alcuno strascico.

PER ACCELERARE LA GUARIGIONE

Durante la convalescenza, seguire alcune semplici regole può aiutare a velocizzare la guarigione. Un’alimentazione varia ed equilibrata è essenziale: meglio evitare abbuffate, cibi pesanti e alcolici. Se il mal di gola rende difficile mangiare, si possono preferire frullati, succhi freschi e gelati, più facili da ingerire. È importante restare in ambienti caldi, poiché il freddo può affaticare ulteriormente un organismo già debilitato. Il riposo gioca un ruolo chiave: dormire almeno otto ore a notte ed evitare stress e tensioni favorisce il recupero. Una volta guariti, si può riprendere la routine quotidiana senza problemi, ma è consigliabile evitare gli sport intensi per un po’, pur mantenendo un’attività fisica moderata.

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