Il virus respiratorio sinciziale può causare forme gravi nei più piccoli e negli anziani: oggi prevenzione, vaccini e anticorpi offrono una protezione concreta
In Italia, ogni anno si registrano circa 290.000 casi di infezione respiratoria acuta tra gli anziani e 1.800 decessi, con 26.000 ospedalizzazioni tra gli adulti e 25.000 tra i bambini sotto i 5 anni. Colpisce soprattutto nei mesi freddi, quando si trascorre più tempo in ambienti chiusi. Le epidemie di virus respiratorio sinciziale (VRS) si verificano tipicamente tra novembre e aprile, con un picco di contagi tra gennaio e marzo. Durante questo periodo, il virus circola con maggiore intensità a causa delle condizioni che ne favoriscono la diffusione — come i contatti più ravvicinati e gli spazi affollati.
CONOSCIAMOLO MEGLIO
Il Vrs si diffonde da persona a persona attraverso le particelle e le goccioline rilasciate nell’aria quando una persona infetta respira, parla, tossisce o starnutisce. Anche i contatti stretti, come baci tra due persone, possono diffondere il virus. In genere, l’infezione si manifesta con segni e sintomi legati all’interessamento delle alte vie respiratorie, come: tosse, starnuti, febbre (più frequente nei bambini e raramente negli adulti), naso che cola e respiro sibilante.
Il virus respiratorio sinciziale può colpire le vie respiratorie dei più piccoli: riconoscere i sintomi precoci e intervenire subito è essenziale per evitare complicanze.
NON VA MAI SOTTOVALUTATO
Il Vrs è un virus ad alta diffusione, in grado di provocare la bronchiolite neonatale nei più piccoli, ma può essere anche la causa di bronchiti e polmoniti anche gravi negli adulti. Tra le persone con oltre 60 anni d’età, le più colpite sono quelle immunocompromesse o con patologie preesistenti, come diabete, malattie cardiache e polmonari. «Nei soggetti fragili e anziani, un ricovero per infezione respiratoria si associa spesso a complicanze, aumentando il rischio di infarto e ictus anche a molta distanza dall’infezione», avverte Pier Luigi Lopalco, professore ordinario di Igiene all’Università del Salento.
ATTENZIONE NEI NEONATI
Se nei soggetti con più di 2 anni d’età il virus causa solo sintomi lievi simili a quelli dell’influenza, interessando soprattutto le alte vie aeree, in quelli con meno di 2 anni interessa le basse vie respiratorie. Il decorso della malattia è tanto più severo quanto più il bambino è piccolo, e la maggior parte dei ricoveri si ha nei primi 3 mesi di vita. «Contro questa infezione oggi abbiamo due strategie terapeutiche», spiega Paolo Manzoni, professore associato di Pediatria e neonatologia all’Università di Torino. «La prima prevede la somministrazione di anticorpi monoclonali anti Vrs per “bloccare” e impedire la progressione del virus e la malattia in forma grave. La seconda prevede la somministrazione di un vaccino anti Vrs alla donna in gravidanza, così che possa produrre anticorpi anti Vrs che, passando attraverso la placenta, arrivino al feto».
Lavarsi spesso le mani è una delle misure più semplici ed efficaci per prevenire la diffusione del virus respiratorio sinciziale e di altri virus respiratori.
COME PREVENIRLO
La prevenzione del VRS parte dai gesti quotidiani. Le regole di base sono le stesse valide per tutti i virus respiratori:
Lavarsi spesso le mani o usare soluzioni disinfettanti;
Coprire naso e bocca quando si tossisce o starnutisce;
Evitare il contatto con persone malate o ambienti affollati nei periodi di picco;
Arieggiare gli ambienti chiusi, specialmente scuole, case e mezzi pubblici;
Pulire regolarmente superfici e giocattoli che possono veicolare il virus.
Nei mesi invernali, è consigliabile anche limitare l’esposizione dei neonati e dei soggetti fragili ai contatti sociali non necessari e favorire uno stile di vita sano — con un’alimentazione equilibrata, un buon riposo e l’attenzione ai sintomi precoci.
UN AIUTO DAL VACCINO
«Numerosi Paesi hanno già emanato raccomandazioni per la vaccinazione contro il Vrs in base all’età o a fattori di rischio», precisa Sara Boccalini, professoressa associata di Igiene all’Università degli studi di Firenze. «In Italia, il board del Calendario vaccinale per la vita raccomanda il vaccino a tutti i soggetti di età uguale o superiore a 75 anni e per quelli con patologie croniche di età uguale o superiore a 60 anni». E prosegue Sara Boccalini «Considerando l’invecchiamento della popolazione, l’incidenza del Vrs continuerà ad aumentare in futuro, rendendo sempre più necessario attuare strategie di prevenzione per gli anziani e i soggetti a maggior rischio».
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