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Jennifer Aniston, vita da single: Meglio che male accompagnata

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L'Aniston si dichiara soddisfatta pur senza avere un compagno, dopo il divorzio da Justin Theroux, ultimo di una serie di fallimenti. E precisa: "Guai a chi dice che ho il cuore spezzato: mai stata così bene"

 

Entrata anche lei nel club delle fifty l’11 febbraio scorso,  Jennifer Aniston si dichiara single senza rimpianti.  Infatti,non ha un compagno fisso accanto a sé. Ma la circostanza non la rattrista, anzi. Non a caso pochi mesi fa ha pronunciato la classica frase tante volte sentita da milioni di donne. “Io con gli uomini ho chiuso”. Lei ha addirittura rincarato la dose, sferrando un attacco in grade stile a tutti i maschi del Pianeta: “Gli uomini”, ha detto recentemente l’ex Rachel di Friends, “mettono sempre il loro benessere prima del tuo. La colpa è delle loro madri, che li allevano come piccoli pascià. E così quando crescono diventano ayatollah che ti vedono solo come una docile ancella. A volte meglio sole che male accompagnate».
Ma quando si è sole e sempre sotto l’occhio dei riflettori c’è il rischio che la gente, come si suol dire, mormori. Ma soprattutto che giornali scrivano. “Già, ci sono abituata. I luoghi comuni sono, “Jen non riesce a tenere un uomo” e “Jen si rifiuta di avere un bambino perché è egoista e tiene troppo alla sua carriera”. O che sono triste e ho il cuore spezzato. Per prima cosa, con tutto il rispetto del mondo, non ho il cuore spezzato. E, in secondo luogo, sono tutte supposizioni avventate. Nessuno sa cosa succeda a porte chiuse. Nessuno pensa a quanto potrebbe essere delicato per me e il mio partner. Non sanno cosa ho passato da un punto di vista medico ed emotivo”.

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Con l’ex marito, Justin Theroux

A causare queste reazioni è stata forse la lunga serie di fallimenti sul fronte sentimentale che l’attrice ha accumulato nel tempo, l’ultimo dei quali, pochi mesi fa, ha visto il suo divorzio da Justin Theroux. In precedenza c’erano state per Jennifer le storie con Daniel McDonald, dal 1990 al 1994, con Tate Donovan, dal 1995 al 1998, e, soprattutto, l’amore e il matrimonio, celebrato il 29 luglio 2000, con Brad Pitt, che fece di lei e del marito la coppia più amata di Hollywood. Ma la favola finì quando, nel 2004, lui si invaghì di Angelina Jolie, incontrata sul set del film Mr & Mrs Smith. Dopo il divorzio, nel gennaio 2005, che per lei fu traumatico, la Aniston ha avuto altre storie: con Vince Vaughn (che la lasciò per sposare Kyla Weber), con John Mayer (col quale passò – parole sue – “uno dei periodi più brutti della mia vita”) e infine con Justin Theroux, conosciuto nel 2011 sul set del film Nudi e felici e diventato nel 2016 il suo secondo marito.

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Insieme a Brad Pitt, prima che lui la lasciasse per Angelina Jolie.

Ma il matrimonio è naufragato pochi mesi fa. Insomma una serie di fallimenti che hanno portato l’attrice (che tra l’altro, con un patrimonio di 180 milioni di dollari viene considerata una delle dive più ricche di Hollywood) a concludere con un perentorio “basta!”, siglato da questa conclusione: «Meglio gli animali degli uomini, loro sì che ti danno amore incondizionato». Ora vedremo se davvero Jennifer preferirà un amico a quattro zampe a un compagno bipede.
In ogni caso, single o meno, Jennifer si mantiene in perfetta forma attraverso una quotidiana seduta di allenamento, che lei stessa ha illustrato alla rivista Harper’s Bazaar: 15 minuti di esercizi per i quadricipiti, seguiti da 15 minuti sull’ellittica, 15 minuti di spinning e 15 minuti di corsa. E poi c’è un rigoroso regime alimentare, anch’esso rivelato da lei stessa: “Comincio la mia giornata con una tazza di acqua calda con una fettina di limone, accompagnata da uno smoothie con un integratore proteico, banane, mirtilli, ciliegie congelate e un mix di verdure verdi dinamiche”.
Regime che violerà solo per la classica torta con le candeline perché adesso c’è da pensare all’importante traguardo del mezzo secolo. Che va festeggiato. Jennifer è d’accordo ma puntualizza: “Anche se penso che dobbiamo festeggiare tutti i giorni in cui ci alziamo, per il solo fatto di esserci. Ma mi piace festeggiare queste ricorrenze e penso che ne valga la pena. Non bisogna ignorarle, perché ci offrono l’opportunità di osservare la nostra vita. Quello che abbiamo fatto, dove siamo stati, e quello che vogliamo ancora fare».

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