A Bergamo l’International meeting “I maestri del paesaggio”, in programma fino al 24 settembre, trasforma la città in un grande giardino col contributo di grandi artisti del verde venuti da ogni parte del mondo
Le signore fanno gardening, certo. E lo fanno anche se non sono inglesi. Si appassionano per le loro rose, amano i loro gerani, soffrono se il troppo caldo o la troppa umidità ne danneggia foglie o radici. Ma non si limitano a questo: leggono, si informano e organizzano – perché no? – un fine settimana in un luogo dove il verde è protagonista. Tra le tante manifestazioni che meritano una trasferta ce n’è una che si distingue per la sua peculiarità. Si tratta dell’International meeting I maestri del paesaggio che si tiene a Bergamo fino al 24 settembre. Organizzata dal Comune di Bergamo, dall’associazione Arketipos, con il patrocinio della Regione Lombardia, quest’anno è alla settima edizione. Non è una fiera del verde, non è una mostra mercato. E’ piuttosto un abbraccio tra una città senza dubbio già molto bella e fiori, arbusti, piante e, genericamente con un’idea di cultura del verde che la rendono ancora più bella.
Durante questa manifestazione, infatti, sia la Città Alta sia, da quest’anno, anche la Città Bassa, godono di installazioni che trasformano piazze e cortili in giardini, in luoghi dove la natura, se pur effimera, invita al gioco o al relax, alla convivialità, all’informazione. Ci sono workshop per bambini ed adulti, percorsi di green design con le ultime proposte per gli esterni, percorsi guidati nei sentieri dei colli bergamaschi e nelle le dimore storiche con i loro giardini, balletti in piazza, degustazioni, presentazioni delle ultime novità editoriali.
Tutta questa trasformazione è nata intorno all’International meeting, cuore della manifestazione, momento di incontro con paesaggisti di fama internazionale, stranieri e italiani, che espongono la loro esperienza nella progettazione del verde, siano giardini o terrazze private o di aziende, siamo parchi di ville storiche, siano interventi di largo respiro sul verde pubblico. Frequentato da addetti ai lavori e da appassionati, il meeting richiede un’iscrizione e una predisposizione all’approfondimento. Ogni anno un tema diverso permette di mettere a fuoco la tendenza del momento.
Perché, come si sa, nulla, neppure il verde si sottrae ai flussi e riflussi della moda ma neppure si sottrae alle nuove consapevolezze cui l’evidenza dei cambiamenti climatici ci porta. Così, se qualche anno fa, a seguito della tendenza all’uso delle erbacee perenni, la star tra i paesaggisti presenti è stata Piet Oudolf (autore tra l’altro della trasformazione in parco dei binari dell’High Line newyorkese), quest’anno c’è grande interesse per il paesaggista olandese Lodewijk Balijon che, oltre a portare la sua esperienza internazionale, seguendo il tema del 2017 Cool landscape, ha firmato l’allestimento della Piazza Vecchia. E’ questo il baricentro di tutte le installazioni, il luogo da non perdere che riesce ogni anno a stupire.
Lodewijk Balijon
Se il concetto di cool, come ha simpaticamente detto il sindaco Giorgio Gori durante la presentazione della piazza “richiama freschezza, ombreggiatura, ma anche essere un po’ fighi” il paesaggista ne ha interpretato perfettamente tutti i canoni partendo da un elemento che per le piante è necessario, l’acqua e di cui, i questo periodo è molto cool tenere conto. Lui l’ha trasformata in un grande cubo di ghiaccio che rappresenta un ghiacciaio e porta con sé l’inquietante domanda: quanto tempo impiegherà a sciogliersi? Al cubo si arriva seguendo un percorso segnato da 60 palloncini che ci guardano, dall’alto, un po’ come palloni sonda preposti a rilevare i cambiamenti del clima, un po’ come tante lune, ancorate alla terra da fili di luppolo, con il compito di farci ancora sognare.
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