
Se si studiasse il vaccino anche contro la violenza domestica…
Spazio, ultima frontiera. I viaggi dell’astronave ENTERFENICE proseguono durante la sua missione in quarantena, diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo e Fenice è mai giunto prima.
Giornale di bordo del capitano. Data astrale 425.20. [anno bisestile]
Prosegue il difficile viaggio in quarantena della nostra astronave che si trova sempre più alla deriva nello spazio intergalattico.
Condizioni dell’equipaggio a bordo: dopo massicce dosi di un rimedio naturale, molto diffuso tra gli antichi e reperibile senza ricetta, con un semplice click dalla navicella farmaceutica in orbita qui vicino, l’Iperico, siamo riusciti a trovare un giusto equilibrio tra stordimento e sospetta euforia perpetua, tale da permetterci di trascorrere le cyber ore in leggerezza. Un sorriso inespressivo infiora i nostri volti a controbilanciare uno sguardo ormai assente e vuoto.
L’EnterFenice è ormai all’ultimo stadio di resistenza mentale, eppure un accadimento ha risvegliato le attività celebrali in un micron di secondo intergalattico!
Durante le cyber ore mattutine dedicate a modificare il proprio mindset a sostegno del Iperico di cui sopra, il computer di bordo ci ha segnalato un’ interferenza nelle comunicazioni riportandoci all’attenzione del ritrovamento di uno scambio epistolare nel flusso interstellare. Quello di tale Nadia Somma con tale polemico Muffa, il cui nickname è tutto dire: si parla di violenza domestica. Noi che viviamo nel Iperspazio da sempre non abbiamo mai sentito parlare di questo genere di aggressione perché il nostro popolo si è riccamente evoluto e ha sviluppato una pacifica forma di convivenza tra esseri di ogni grado, specie e genere. Ma il cosmo a volte ci porta messaggi di altre dimensioni temporali, noi ne raccogliamo testimonianza per questioni di studio e di curiosità, ed è per ciò che veniamo a conoscenza di forme arcaiche di convivenza come quella di cui si parla in questo carteggio. Convivenza a volte choccante anche per noi che ne abbiamo viste di tutti i colori.
Questo reperto interstellare è datato anno 2020, vale a dire milioni di anni fa. Pare ci fosse una pandemia, proprio come adesso accade nello spazio interstellare, pare che le donne, genere nella nostra civiltà molto apprezzato per le innate e indiscusse qualità, insieme ai bambini, preziosi come l’acqua nella nostra società, venissero violentati, abusati, maltrattati tra le mura domestiche e in particolare proprio durante la quarantena. Le denunce di queste violenze erano in sostanza impossibili per le vittime a causa della quarantena che le costringeva a una convivenza forzata con il proprio carnefice, costante testimone di ogni loro movimento.
La lettura di questo ritrovamento ha avuto l’effetto di una sveglia assordante nelle nostre menti assopite. Perché il carteggio tra questa signora e il suddetto Muffa era pressoché assurdo… Assurdo, certo! Perché ci è parsa una perdita di tempo incredibile discutere se fosse giusto o meno difendere le vittime di una violenza e organizzare centri di accoglienza per ricoverare e proteggere chi ne avesse subite. Ci è parso davvero un inutile spreco di energie il tentativo di convincere il sig. Muffa, come tutti i suoi rappresentanti, che potremmo paragonare ad una sorta di Azzeccagarbugli incattivito che strenuamente continua a difendere la propria fazione. Strenuo difensore di che poi? Non si capisce perché questi signori abbiano così a cuore il polemizzare su un fatto così increscioso come la violenza domestica, mettendo in dubbio la veridicità delle denunce e sostenendo che la vera violenza venga dalle donne che si sentono uniche vittime e da “una distorta propaganda di Sinistra”. Noi non conosciamo cosa si intenda per “Sinistra”, ma sospettiamo si riferisca ad un orientamento politico dell’epoca. Nella nostra non ci sono più queste categorizzazioni, noi votiamo il Buon Senso da sempre!
Questo carteggio, ci suggerisce più che altro il voler polemizzare a tutti i costi e per partito preso al fine di difendere l’indifendibile. Ma la riflessione, se volete banale, che nella nostra EnterFenice facciamo è questa: Se ci sono state in passato delle persone così stolte, ottuse, idiote e prosaiche, con tutto quel tempo da perdere nell’argomentare su questioni obiettive, non era evidentemente colpa solo loro. Non capire che, tolti i brutti e cattivi di ogni categoria, persone o specie, non si può non difendere i più deboli e non accettare che questo sia un imperativo categorico di ogni popolo che si rispetti, rappresenta un incredibile ostacolo alla buona gestione di una civiltà sana. Ma d’altronde se una società è permeata di violenza, stimola la guerra tra poveri e insegnerà alle menti più deboli solo prevaricazione e violenza, cioè lo specchio di se stessa. Queste menti così fragili che si scagliano contro la ragione e il buon senso, devono aver dato molto lavoro a chi cercava di fare qualcosa di buono per chi ne avesse bisogno, perché avevano sostanzialmente perso l’obiettivo. L’obiettivo di ognuno di noi è essere una persona migliore, non quello di essere trattato meglio di altri o stare dalla parte del più forte per averne privilegio.
Ci è sembrato che queste persone parlassero più per invidia, come fossero cuccioli spersi, fratelli amati meno dalla loro adorata mamma. Avremmo voluto dire loro che nel cuore di un genitore, e della società, c’è posto per tutti e tutti vanno difesi, soprattutto i più deboli. Ci è venuto il sospetto, dunque, che tanta acredine fosse dettata più da un bisogno di attenzioni, da un risarcimento affettivo, il bisogno di sentirsi importanti quanto le povere donne e i bambini maltrattati. Allora una sorta di tenerezza ci ha pervaso, povero Muffa forse non è stato amato abbastanza. Chi non ha conosciuto l’amore fa fatica a provarlo per gli altri, chi non ha conosciuto la dedizione o non ha ricevuto un’educazione alla comprensione dell’altro, chi ha solo visto faziosità e antagonismi, non è empatico, non riesce a vedere oltre il suo buio, ottuso, violento, cuore spezzato.
LIBRO CONSIGLIATO:
L’amore che non ti meriti. Il racconto di una prigionia sentimentale. Dall’incubo alla liberazione
di Antonella Mattioli
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