Incontri

Le due personalità di Mael: “Un po’ pazzoide, un po’ romantica”

di  | 
In occasione dell'uscita di "People know", il suo Ep d’esordio, la cantante racconta cosa si nasconde dietro le sua musica e rivela quanto la sua carriera deve a Raffaella Carrà, sua coach al talenti The Voice of Italy

 

Mael, all’anagrafe Elisa Maffenini, fin da piccola ha rincorso il suo più grande sogno: la musica. Originaria della provincia di Varese la sua energia e l’entusiasmo per le sue passioni l’hanno sempre accompagnata nel suo percorso di formazione e crescita. Nel 2008 ha partecipato, in qualità di cantante solista, a un tour organizzato dalla Disney. In seguito ha partecipato per tre anni consecutivi al programma Come Dire per tv nazionale Svizzera ed  è stata concorrente a The Voice of Italy, nella squadra di Raffella Carrà. Dall’11 ottobre è disponibile in tutte le piattaforme digitali People know, il suo Ep d’esordio che è stato anticipato dalla titletrack. Si tratta di 6 brani molto coinvolgenti e diversi tra loro, interpretati con grande intensità da una giovane artista di cui sentiremo sicuramente parlare. Abbiamo fatto una chiacchierata con Mael per conoscerla meglio e parlare con lei di questo disco e dei suoi progetti futuri.

mael-people-know-album

La prima domanda è una mia curiosità: Mael, da dove viene questo nome?
In tanti sono convinti che si componga con le prime lettere del mio nome e cognome, Elisa Maffenini, ma in realtà non è così. Questa cosa me l’hanno fatta notare dopo, quando il nome era già nato. Il nome Mael nasce infatti dall’evoluzione del nome della band con cui suonavo all’inizio della mia carriera, che ha subito varie metamorfosi e alla fine è diventato Mael.

E’ uscito da qualche giorno il tuo primo EP con sei brani inediti, tutti con ritmi e atmosfere diversi tra loro. Raccontaci un po’ come sono stati scelti, come sono nati…
In realtà non c’è un filo conduttore, i brani sono nati così, in maniera spontanea, naturale. La musica è del mio produttore, Giuliano Boursier, mentre i testi li ho scritti io. D’altra parte io sono un po’ così, ho mille sfaccettature: oggi sono quella pazzoide, domani quella tranquilla, poi quella romantica. Tutti i  brani del disco mi rappresentano e parlano tutti un po’ di me perché raccontano momenti particolari della mia vita.

Il singolo che anticipava l’album, quest’estate era Borracho de ti , cantata in spagnolo, mentre il resto dell’EP è in inglese: da cosa nasce la scelta di non cantare in italiano?
Ho scelto di cantare in inglese e in spagnolo e non in italiano perché amo le lingue e il mio progetto vuole avere un respiro internazionale non necessariamente legato alla mia lingua madre, anche se non escludo un giorno di cantare anche in italiano. Sono sempre stata attratta dalle lingue straniere che ho anche ampiamente studiato, infatti mi sono laureata in mediazione linguistica. Sono comunque affascinata dalla sonorità canora che ha la lingua inglese, secondo me la più musicale in assoluto. Infatti ho voluto fare anche la versione inglese di Borracho de ti, che è diventata Push me back, con un arrangiamento meno reggaeton.

foto-mael-1

Borracho de ti è un brano dalle sonorità latine, e tu qualche anno fa hai partecipato a The voice of Italy nel team Carrà, che da sempre ha portato in Italia questo tipo di ritmi nella sua musica. Cosa ti ha lasciato l’esperienza di The Voice e, soprattutto, lavorare con Raffella, che è un monumento della musica italiana?
E’ stata una bellissima esperienza, a livello emotivo, di pubblico e di tutto: un’esperienza assolutamente positiva. Raffaella Carrà mi ha aiutato a capire che ci vuole ancora più grinta e convinzione in se stessi per fare questo mestiere. Lei poi è una che mette tutti in riga, che sa assolutamente il fatto suo: mi ha dato degli ottimi consigli di cui continuerò a fare tesoro.

Com’è nata in te la passione per la musica e quando hai deciso di volerne fare il tuo mestiere?
Probabilmente è nata quando ero ancora nella pancia della mia mamma! In famiglia sono cresciuta tra gente che faceva musica: mio padre suona la chitarra e mio fratello il pianoforte, ma io fin da piccola pestavo i piedi e dicevo che volevo fare la cantante!

A un primo ascolto, il tuo EP, per l’eterogeneità dei brani, mi ha ricordato in qualche modo i primi album di Whitney Houston: chi sono stati i tuoi modelli, chi ti ha ispirato mentre ti affacciavi al mondo della musica?
Che paragone altisonante, grazie!  Non so se posso parlare proprio di modelli, perché i gusti musicali cambiano e si evolvono. Ho ascoltato diversi generi, passando dai melodici come Celine Dion o Whitney Houston a quelli più Soul, come Aretha e Tina Turner, ma anche il rock degli AC/DC o i Guns and Roses.

foto-mael-2

Hai già in programma una dimensione live per questi brani?
Ci stiamo lavorando. Ci sono talmente tante cose in ballo e dei tempi tecnici da rispettare, ma ovviamente io non vedo l’ora!

Canti in inglese, ma hai mai pensato al Festival di Sanremo?
Scherzi? Facendo questo lavoro in Italia, Sanremo è comunque una vetrina irrinunciabile. Ci ho già provato due volte: l’anno scorso sono arrivata alla finalissima di Area Sanremo e quest’anno ho proposto un brano alle selezioni, ma purtroppo ho appena saputo che non è passato. Ma non ci rinuncio! Prima o poi ci vediamo anche lì!

Infine, cosa ti aspetti domani dalla tua musica?
Vorrei che l’ascoltasse più gente possibile perché in ogni canzone c’è un pezzettino di me e quindi vorrei che andasse sempre più in alto e sempre più lontano!

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.