
And the show must go on… Auf Wiedersehen Rossa!
E così, anche Milva ci ha lasciati. Un altro pezzo di storia della musica italiana che viene “preso in prestito dalle nuvole”. In questi giorni si verseranno fiumi di inchiostro per parlare di lei, dopo un lungo colpevole silenzio da parte della televisione e dei media che in questi anni di ritiro dalle scene non hanno trovato spazio per celebrare degnamente una carriera ineguagliabile come la sua. Da tempo ormai, a causa della malattia che l’aveva colpita, viveva ritirata nella sua casa milanese insieme alla fedele assistente Edith Meier che non l’ha mai lasciata. A mantenerla costantemente presente nelle nostre vite era quindi già la sua sterminata discografia, che da oggi più che mai continuerà a ricordarci questa immensa artista.
Per non cadere nel banale, ho scelto di salutarla condividendo con voi i miei ricordi personali di Milva, stilando una playlist di brani che magari non sono particolarmente noti, ma sono quelli che me l’hanno fatta scoprire e amare. Il pubblico che la segue da sempre forse griderà allo scandalo leggendo questa selezione, ma io ho sempre apprezzato soprattutto il suo repertorio pop d’autore, che spesso passava in secondo piano rispetto a Brecht, Piazzolla o la Merini. Riascoltando questi brani, spero riusciate a provare la stessa emozione che provo io.
- Dipingi un mondo per me. Canzonissima 1967, anzi “Partitissima”, come viene ribattezzata quell’anno. Milva presenta questa cover di “Colour my world” di Petula Clark ed io, che ho poco più di quattro anni, ne sono rapito. Comincio a cantarla come un pazzo, per giorni, spingendo i miei genitori a comprarmi il 45 giri che ancora conservo tra i miei cimeli. La versione di Milva secondo me è superiore all’originale, con un arrangiamento più ricco, e la sua voce che valorizza i toni bassi, soprattutto sul finale. Da riscoprire.
- La Filanda – Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia, 1972. Milva presenta questo brano ingiustamente bollato come camp e vince alla grande. Si tratta della cover italiana di É ou não è, successo di Amalia Rodrigues, ma anche in questo caso Milva riesce a farla “sua”, al punto che diventa il 45 giri più venduto della sua carriera e uno dei suoi brani simbolo.
- Alexander Platz. Fin dal primo ascolto in anteprima, all’interno di una “Domenica in” del 1982, quell’attacco “Alexander Platz… Auf Wiedersehen…” mi entrò nella testa per non uscirne mai più. L’incontro tra Milva e Franco Battiato è stato qualcosa di magico che ci ha regalato tre album splendidi, “Milva e dintorni” è stato il primo della trilogia, contenente altre perle come “L’aeroplano” e “Tempi moderni”.
- Il film della mia vita. Nel 1985 Toto Savio e Giancarlo Bigazzi portano Milva in una dimensione pop elettronica anni 80 con l’album “Corpo a corpo”, che lei inciderà senza troppa convinzione e che non amerà mai. Viene spedita in tutti gli show televisivi di quell’estate a promuovere “Marinero”, un brano italo-dance in inglese, con tanto di segmento rap e due ballerini che zompettano su una coreografia improbabile. Malgrado tutto, soprattutto all’estero il pezzo funziona. Io vi invito però ad ascoltare “Il film della mia vita” che, insieme a “La notte dell’addio”, è uno dei momenti migliori del disco, e che fu la seconda scelta in fase di promozione. Trademark anni 80.
- Canto a Lloret. 1986. Una delle canzoni che potrei ascoltare in loop per ore senza stancarmi mai. Vangelis produce un album capolavoro “Tra due sogni”, che contiene tra l’altro anche la magnifica “L’ultima Carmen”. Di “Canto a Lloret” e della corrispettiva tedesca, ancora più intensa, Du gibst mir mehr, Milva darà negli anni interpretazioni indimenticabili sia in televisione che in concerto.
- Vento di mezzanotte. Nel 1988 Milva incide in Germania con Peter Maffay l’album Unterwegs nach Morgen. Inspiegabilmente la Ricordi decide di non produrre il corrispettivo italiano del 33 giri, sostituendolo con una raccolta di hits anni 80, dove trovano spazio tre inediti tratti dall’album tedesco. “Vento di mezzanotte” è uno di questi, un’elegante ballata pop anni 80 con testo di Massimo Bubola. Pop sofisticato.
- Una storia inventata. E’ il brano di punta di “Svegliando l’amante che dorme, secondo episodio della collaborazione Milva – Battiato. Il cantautore duetta con Milva nella cover di “Centro di gravità permanente”, che chiude il lato B dell’album, ma inspiegabilmente solo nella versione internazionale, mentre quella Italiana viene pubblicata con due brani in meno. Italiche stranezze.
- Non ce l’ho con te. 1993. La coppia Facchinetti-Negrini, autori del 75% dei successi dei Pooh, regala a Milva due brani iconici. Il primo, “Uomini addosso”, viene presentato nel corso della prima serata del Festival di Sanremo di quell’anno con un’interpretazione intensa e indimenticabile. Ahimè, come spesso accade sul palco dell’Ariston, non viene capita e non passa nemmeno in finale, ma l’incipit “Hai le braghe che scoppiano…” resterà comunque negli annali. Io però ho amato follemente l’altro brano, che rimase a lungo in ballottaggio per essere portato a Sanremo e chissà, forse avrebbe avuto migliore destino: “Non ce l’ho con te”, una delle interpretazioni migliori della Milva anni 90. Non ce l’ho con te, ce l’ho con me CRETINA!
- Tre sigarette. Nel 2007 Giorgio Faletti scrive e produce un intero album per Milva, “In territorio nemico”, convincendola a tornare sul palco di Sanremo con la intensa “The show must go on”, che avrà un’ottima accoglienza da parte della critica e del pubblico. La poeticità dei testi e la raffinata musicalità fanno di questo album uno dei migliori della produzione più recente della cantante. Il pezzo che preferisco, “Tre sigarette”, è la storia, molto particolare, di uno studente universitario che, in territorio nemico, diventa cecchino.
- La rossa. Ho lasciato volutamente in chiusura questo brano del 1980, scardinando la cronologia che ho seguito finora, proprio per il significato che riveste nella carriera di Milva. Tratto da un album omonimo, tutto scritto e prodotto per lei da Enzo Jannacci, da allora sarà il suo brano simbolo, Milva sarà “La Rossa”. Lo presenterà come ospite al Sanremo dell’81 e in un tour nei teatri di mezza Europa, nel corso del quale riuscii a vederla per la prima volta dal vivo.
Ed è proprio così che voglio ricordarla, sul palco di quel teatro milanese, splendida, con l’impermeabile e quella nuvola di capelli rossi. Le parole della canzone ora le sento un po’ mie… La gola mi si stringe per dispetto, La Rossa cominciò a cantar!
Image credits: Instagram/Facebook
Massimo
25 Aprile 2021 at 1:07 pm
Bellissimo articolo
La mia Top Ten è leggermente diversa ma alla fine Milva è Milva
Altro che l’opinionista dei reality o la mangia tortellini ?????