RIFLESSI DI CINEMA

Eccentriche, sopra le righe, dive. In una parola: “favolose”!

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Quello che all’inizio sembra un documentario, si trasforma in fretta in un film vero e proprio, costruito su storie vere e dolorose che vedono protagoniste delle trans piene di vita

Le favolose

un film di Roberta Torre
con Porpora Marcasciano, Nicole De Leo, Sofia Mehiel, Veet Sandeh, Mizia Ciulini, Massimina Lizzeri, Mina Serrano, Antonia Iaia,

In sala il 5-6-7 settembre

4 stelle  _____________________________________________________________

Tra il delirio e il dramma la scelta è lo spettacolo: essere eccentriche, sopra le righe, vere dive di un’epoca lontana, hollywoodiane come Greta Garbo, sensuali come Rita Hayworth. In una parola: favolose.
In un tempo lontano, gli anni Settanta e Ottanta, quando ogni diversità era guardata con diffidenza,  trovare uno spazio per chi non si adeguava ai codici significava essere uniche. Stiamo parlando di trans, creature che allora avevano un’unica strada per vivere e sopravvivere: prostituirsi. Alcune la praticavano con gioia, godendosi la libertà di non avere protettori (maschilisti, non potevano immaginare di sfruttare uomini come loro), altre la subivano. Roberta Torre, regista abituata a occuparsi di territori marginali, dedica questo suo film presentato alla Mostra di Venezia proprio a un gruppo di transessuali ormai “anziane” ma ancora piene di vita, alcune delle quali antesignane e fondatrici dei movimenti di liberazione sessuale.

Quello che all’inizio sembra un documentario o quanto meno una docufiction, si trasforma in fretta in un film vero e proprio anche se costruito su storie molto vere e anche dolorose.
Le protagoniste giocano con abiti da drag queen mettendo a soqquadro la villa dove avevano abitato assieme anni primi, condividendo follie e difficoltà, si confessano, si raccontano e mettono in scena spezzoni di vite complicate ma tutte in qualche misura recitate, sempre messe in scena. Attori/attrici per forza, fin da piccole, costrette a giocare con un corpo estraneo che urlava il cambiamento. Un corpo da addomesticare, plasmare e fare accettare in forme più vicine a una immagine interiore. Una lotta vana per alcune. In una sequenza struggente una di loro, morta giovane, viene sepolta dalla famiglia in abiti maschili perché era impensabile accettare la diversità di un figlio.

Tutte le protagoniste mentre si drappeggiano in abiti scenografici rievocano episodi di vita molto diversi, c’è chi si diverte con aneddoti sui clienti, tutti sposati con figli e spesso molto ricchi, e chi invece ricorda la fatica ma anche le soddisfazioni di un successo nel mondo dello spettacolo.

Sono persone, né donne né uomini, ma solo persone le trans di Roberta Torre, tutte speciali, tutte percorse da una vena artistica, tutte intimamente ribelli. Neppure i capelli bianchi (che solo una, Porpora, non nasconde) hanno placato gli ardenti spiriti e la voglia di lottare.
Se il mondo di oggi è cambiato ed è più tollerante, lo dobbiamo anche a queste splendide favolose.

 

 

 

 

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