INTERVISTE

La versione di Orietta: ecco chi sono davvero

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A cinquant'anni dal debutto la Berti ripercorre, attraverso divertenti ricordi inediti, la sua carriera: dagli inizi, con una foto incredibilmente audace, al coronamento, nel salotto televisivo di Fabio Fazio. E con tre costanti: l'eterno sorriso, la voglia d'estate e il grande amore di Osvaldo

Chiacchierare con Orietta Berti è sempre un piacere. Una donna così autentica e garbata è una vera rarità del mondo dello spettacolo. In occasione del suo compleanno (è nata il 1° giugno 1945) abbiamo chiesto a Orietta di ripercorrere i suoi 50 anni di carriera partendo proprio dai racconti delle sue estati e dei suoi successi, che ci hanno accompagnato sulle spiagge dagli anni dei juke box e dei mangiadischi, passando per i registratori a cassette fino ai cd e agli iPod.

Parlando di estate con Orietta Berti, è inevitabile parlare di “Un disco per l’estate”, una manifestazione storica organizzata dalla RAI dai primi anni 60 fino alla fine degli anni 70 e alla quale hai partecipato più volte con ottimi risultati…
Sì ne ho fatti 10 dal 1965 al 1979. Il primo, nel 1965, l’ho vinto, con Tu sei quello.

orietta berti concerto desenzano del garda

Orietta Berti durante il concerto a Desenzano del Garda il 1° giugno, in occasione del suo compleanno.

Tu sei quello aveva una copertina molto particolare, con una giovanissima Orietta Berti che faceva uno sguardo ammiccante davanti a un signore palestrato e in costume da bagno… Lontana anni luce dalla Suor Sorriso che era stata fino a poco prima…

In effetti era una copertina un po’ audace per l’epoca! La casa discografica mi aveva promesso di mandarmi al disco per l’estate con Tu sei quello se avessi fatto il disco con le canzoni di Suor Sorriso… Io in realtà non lo volevo fare, ma ho ceduto al “ricatto” perché Tu sei quello mi piaceva molto, e comunque l’album è stato un grande successo. La copertina di cui parlavi serviva un po’ ad allontanarmi dall’immagine della “suorina”.

Tu sei quello - sexy orietta
Ma dopo il primo “Disco per l’estate” del 1965 ce ne sono stati molti altri…
Ne ho fatti altri nove, con canzoni che mi hanno dato grandi soddisfazioni e hanno venduto tantissimo, da Finché la barca va a Non illuderti mai, da L’altalena a Via dei ciclamini , fino a Stasera ti dico di no o Eppure ti amo.

Tutte canzoni che, pur non arrivando al primo posto nella classifica del “Disco per l’estate”, hanno avuto un successo enorme, soprattutto Fin che la barca va.
In quegli anni si vendevano milioni di dischi: pensa che solo Fin che la barca va ne ha venduti 9 milioni! Questo succedeva perché alla Philips, dove io incidevo, usavano un metodo collaudato in Germania: quando io dovevo partecipare a una manifestazione incidevo una serie di provini e sia negli uffici dell’azienda che in fabbrica li passavano in sottofondo dal lunedì al venerdì, ovviamente insieme a quelli di altri artisti del periodo. Gli operai e gli impiegati, il venerdì sera prima di uscire dovevano compilare un questionario dove segnavano la canzone preferita dei vari artisti che avevano ascoltato quella settimana. In questo modo si creava una sorta di sondaggio fatto tra un pubblico potenziale e va detto che ha sempre funzionato!

Orietta berti dario contri

Orietta Berti con il nostro Dario Contri

C’è anche una canzone particolare nei tuoi “dischi per l’estate” che mi sembra nessuno volesse cantare…
Via dei ciclamini: erano già da due o tre anni che Panzeri la proponeva a vari artisti, ma nessuno voleva farla perché parlava di una casa chiusa di Milano, che era proprio in via Dei ciclamini e che lo stesso Panzeri diceva di avere frequentato. Io l’ho trovata subito molto divertente, l’ho incisa con molta ironia ed è andata benissimo!

Con la fine dei dischi per l’estate, alla fine degli Anni 70, finisce anche il tuo lungo rapporto discografico con la Polydor con l’album Pastelli in cui è inclusa una cover della colonna sonora della Cenerentola della Walt Disney. Si tratta di una versione con un bellissimo arrangiamento “disco” de I sogni sono desideri che è stata anche sigla  de I sogni nel cassetto, il primo quiz televisivo di Mike Bongiorno sulle reti Fininvest.
Fu Mike a sceglierla e mi chiamò alla prima dello show per cantarla in studio. Io gli feci presente che ero in attesa del mio secondo figlio ma lui disse che non c’erano problemi e quindi mi presentai in studio col pancione. Mike fu molto carino e mi chiese subito se sapevo già se era un maschio o una femmina. Saputo che era un maschio volle sapere se avevamo già scelto il nome che gli avrei dato e io ho risposto “Otis”, e stavo precisando “come Otis Redding” ma lui mi interruppe dicendo “Ah che bello! Come gli ascensori!”… ci sono rimasta malissimo! (ride)

Sempre negli Anni 70 c’è un aneddoto riguardo una canzone che tu avresti dovuto portare ad una finale di Canzonissima… Una canzone che ti aveva proposto Tony Renis…
È vero. Tony Renis mi propose Grande grande grande. Io e Osvaldo ci innamorammo all’istante di questa canzone e facemmo subito un provino, ma alla Polydor arricciarono un po’ il naso perché pensavano che il brano fosse un po’ troppo leggero per la finale di Canzonissima… Pensa te! In effetti la canzone era un po’ troppo corta e aveva un inciso in meno rispetto a quella che fece Mina qualche tempo dopo. Comunque, io mi sono tolta la soddisfazione di inciderla nel ‘99 nel mio album Incompatibili ma indivisibili. Chissà, magari se l’avessi fatta io, sarebbe passata inosservata… In fondo Mina è Mina!


E tu sei sempre stata una sua ammiratrice…
Sì! Pensa che il mio primo concorso di voci nuove  lo vinsi proprio cantando Il cielo in una stanza, cercando di imitare un po’ anche lei. Nella giuria di quel concorso c’era Giorgio calabrese che poi mi portò a Milano alla sua casa discografica, la Karim, e li cominciò la mia carriera.

Sempre nelle estati degli Anni 70 tu inauguri il filone della musica folk, filone che poi seguirono molte tue colleghe, dalla Cinquetti alla Fratello.

Esatto! Il mio produttore artistico di allora, Dietrich Leist, pensando al genere shlager che funzionava molto in Germania, mi consigliò di incidere le canzoni che stavano alle origini della musica leggera italiana, le canzoni tradizionali del folk regionale. Anche in questo caso, io non volevo farlo ma la Phonogram mostrò nuovamente di avere ragione. Infatti dopo il primo album, che aveva stravenduto, ne incisi altri due, sempre di enorme successo. È stato un lavoro titanico perché ogni album aveva 25/30 brani, tutti in dialetti diversi, che ovviamente dovevo cercare di cantare con l’accento corretto, e puoi immaginare la difficoltà, per un’emiliana come me!

E arriviamo agli Anni 80, dove inauguri un sodalizio con un cantautore molto apprezzato: Umberto Balsamo.
Questi dischi sono stati voluti fortemente da me, e sono molto felice di essere riuscita a realizzarli. Umberto Balsamo ha scritto delle canzoni veramente bellissime e che erano proprio cucite addosso a me. Da Io come donna a Senza te o Futuro che abbiamo portato a Sanremo e che ha avuto un grandissimo successo. Avere un cantautore che per tre anni si dedica a te scrivendoti delle canzoni come queste è stata una grandissima soddisfazione.

A questo punto Orietta Berti diventa un personaggio televisivo…
Proprio così! Ho fatto cinque anni con Fabio Fazio a Quelli che… il calcio e sempre con lui ho fatto Anima mia, dove ho avuto occasione di cantare Il nostro concerto di Umberto Bindi in duetto con Claudio Baglioni, che è piaciuta tantissimo e che poi abbiamo anche inciso. A seguire ci sono stati i cinque anni a Buona domenica con Maurizio Costanzo, dove cantavo con un’orchestra di 22 elementi diretta da Demo Morselli… E questa è un’occasione incredibile per qualsiasi cantante.

Dopo di che ti dedichi a una serie di album tematici
Sì, la decisione l’ho presa perché a un certo punto, dopo il periodo con Umberto Balsamo, non ho più trovato canzoni che mi soddisfacevano. Mi arrivavano continuamente proposte di brani che erano delle fotocopie di altri successi di quel periodo, che non sentivo per niente mie. Devi sapere che io ogni anno vado in vacanza a Los Angeles a casa di amici, che mi accolgono sempre con una grande festa e con un’orchestra mariachi, un genere musicale che ho sempre amato. Mentre facevo Buona Domenica con Demo Morselli, ho avuto l’idea di incidere una serie di brani di classici sudamericani arrangiati da lui, che hanno dato vita all’album Exitos latinos.

E dopo i successi sudamericani, è arrivato lo swing
Quello è stato l’incontro con il quartetto di Comini: con lui abbiamo avuto l’idea di mettere l’abito da sera alle canzoni di Bruno Martino, Fred Buscaglione, Fred Bongusto facendole con un arrangiamento un po’ alla Glenn Miller, e così è nato Swing un omaggio alla mia maniera.

orietta berti concerto desenzano del garda
E infine arriviamo a Dietro un grande amore, il cofanetto che celebra i tuoi cinquant’anni di carriera.
Dietro un grande amore è stata una canzone che mi è piaciuta subito anche perché tutta la mia vita è “dietro a un grande amore”, mio marito Osvaldo, che è il mio compagno, il mio migliore amico e con lui che ho condiviso tutta la mia carriera. Questa canzone è stata scritta da un autore straordinario, Paolo Limiti, che ci ha lasciato in questi giorni, e da Giovanna Nocetti che ha composto la musica..

Nel cofanetto ci sono due versioni di questa canzone, una delle quali è indicata come Osvaldo Version… Come mai?
Io adoro la versione originale che abbiamo che è a tutti gli effetti un tango appassionato, ma a Osvaldo quell’arrangiamento non è mai piaciuto, e con lui abbiamo pensato di fare questa versione rumba habanera che piace molto, soprattutto agli uomini.

E con questo cofanetto Orietta Berti scopre i videoclip
Giampaolo Guerra, un mio amico, mi ha proposto di farne uno proprio per promuovere Dietro un grande amore. Io non ero assolutamente convinta, ma quando mi ha presentato questi due ragazzi che hanno realizzato video per moltissimi altri miei colleghi mi sono lasciata coinvolgere. Dopo aver fatto il primo, sono stata talmente soddisfatta che ne ho fatti subito altri due, la versione spagnola di Dietro un grande amore e ’Na sera ‘e maggio. A settembre ne uscirà un altro che è il mio nuovo singolo, Io potrei.

orietta berti dietro un grande amore
Io potrei non è una canzone nuova, però…
Sei preparatissimo! Infatti è una canzone di Federico Monti Arduini che ho inciso nel 1967 per il Festival delle rose che si teneva a Roma. Poi l’ho accantonata perché aveva un inciso molto alto e avevo un po’ paura a cantarla nelle serate. Adesso l’ho riscoperta, riarrangiata nel rispetto delle basi dell’epoca e la canto in apertura dei miei concerti. E devo dire che piace molto! Tra l’altro, dopo il tormentone creato da Fabio Fazio intorno al fatto che il mio cofanetto contiene ”solo” 109 canzoni, abbiamo deciso di fare una versione speciale di Io potrei che è uscita in tutti gli store digitali il 14 luglio e che costituisce “La 110° canzone” del box… così Fabio sarà felice! (ride)

Orietta Berti bonus track 110 canzoni
E chiudiamo parlando di nuovo dell’estate. Abbiamo iniziato con i “dischi per l’estate”, chiudiamo con un confronto fra l’estate in cui hai iniziato la tua carriera e quella attuale.
Purtroppo quelle estati non torneranno più. Erano estati frenetiche dove si lavorava tantissimo. Pensa che spesso facevo tre spettacoli per sera perché ci si organizzava con altri colleghi: io magari aprivo la serata, poi la seconda parte la faceva Ranieri e la chiusura la faceva la Caselli. Nel frattempo io mi spostavo nella città dove aveva aperto Ranieri e facevo il secondo tempo, e via così. Era stancante, ma c’erano delle soddisfazioni incredibili, che purtroppo gli artisti di oggi non proveranno mai…

E oggi la tua estate com’è?
La mia estate è sempre con il mio pubblico! Dai primi di luglio partirò con un tour di circa 30 date su è giù per l’Italia, soprattutto nelle piazze, dove la gente mi dimostra sempre grandissimo amore! Seguitemi sulle mie pagine Facebook o Instagram per sapere dove sono e venitemi a trovare!

Perché Orietta è anche social! Ma vacanze?
Io le vacanze le faccio sempre in inverno, a Los Angeles dove è una eterna primavera. Quest’anno purtroppo ho dovuto saltarle perché ero ospite fissa a Che tempo che fa, di Fabio Fazio. L’anno prossimo si vedrà, a meno che Fabio non mi chiami ancora… Per quest’anno mi rilasso un po’ qui a casa, con la mia famiglia, nel mio giardino, con i miei cani e i miei gatti.

 

Credits image: Dario Contri

 

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