STILE DI VITA

Riordinare armadi e sentimenti? Si può con l’arte del decluttering

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Abbiamo tutte la tendenza ad accumulare abiti, cose e rapporti personali anche quando sarebbe il caso di lasciarli andare perdare spazio al nuovo. Ma ora c'è la possibilità di liberarsene, grazie a un'azione di valutazione e riorganizzazione che ci possono insegnare gli esperti di questa materia

 

Questa gonna la tengo, ci sono affezionata… Questi pantaloni non mi stanno più ma non si sa mai, calo qualche chilo e li posso indossare di nuovo… Quante volte, davanti all’armadio, ci siamo ritrovate a dire cose del genere? Magari l’intenzione era quella di riordinarlo – l’armadio – magari eliminando qualcosa, ma di fronte alla scelta su cosa eliminare e cosa conservare inevitabilmente conserviamo e accumuliamo, accumuliamo, accumuliamo.
Di fronte alla libreria o ai cassetti della scrivania accade più o meno lo stesso, ecco spuntare un sottobicchiere di quella birreria dove abbiamo trascorso cinque (cinque!!) anni fa una serata speciale e che no, proprio non si può eliminare. O il tovagliolino di carta, ormai ridotto a una velina e magari anche un po’ unticcio, testimone di una gita in un posto carino, o ancora il biglietto aereo, prova provata di una minifuga amorosa. Come poterne fare a meno? E così conserviamo e accumuliamo, accumuliamo, accumuliamo.

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Vale per molto altro, oltre agli esempi citati: libri, giornali, bomboniere, tappi di bottiglia, cartoline, campioni di creme che non utilizzeremo mai, gadget trovati nelle riviste, ecc.
Che cosa c’è di male, direte voi? Naturalmente nulla, di male. Tuttavia, c’è una verità oggettiva che non possiamo ignorare: gli spazi pieni a lungo andare non possono accogliere nulla di nuovo. Il nuovo resta fuori dalla porta. Questo vale su più livelli, sia materiale sia energetico. Il livello materiale è facilmente intuibile: se l’armadio o la libreria sono già pieni stracolmi di vestiti l’uno e di libri l’altra non potranno accoglierne di nuovi.

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Cosa intendiamo con livello energetico?

Proviamo a spiegarlo così: quei vestiti, quei libri, gli oggetti in generale parlano di noi, del nostro vissuto, dei nostri incontri, dei nostri pensieri, dei nostri amori e amicizie. Ed è bellissimo, da un lato. Dall’altro, è come se ciò di cui ci circondiamo o che utilizziamo, fosse impresso, impregnato, di tutto ciò, della memoria di tutto quel vissuto. É per questa ragione che gli accumuli di vestiti, libri, oggetti in genere sono anche e soprattutto accumuli energetici. Facciamo fatica a lasciar andare le cose esattamente come facciamo fatica a lasciar andare le persone.
Tuttavia, spesso sentiamo come il desiderio di aria fresca, aria nuova, che scorra dentro e intorno a noi. È difficile lasciar scorrere aria fresca e nuova quando restiamo aggrappati alle cose. Per poter invitare il nuovo, in senso lato, abbiamo bisogno di fare spazio affinché il nuovo si possa “accomodare”.

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Per essere più leggere abbiamo bisogno di eliminare quel che non ci serve più e che potrebbe solo inutilmente appesantire i nostri spazi. Partiamo da uno spazio esteriore, fuori di noi, per arrivare a uno spazio interiore. Sì perché l’attitudine ad accumulare spesso corrisponde, interiormente, a una certa attitudine a restare attaccati a emozioni, situazioni, idee o persone. E non è affatto detto che questo sia un bene per noi, anzi, molto spesso questa attitudine ingenera insoddisfazione, risentimento, rivendicazione. Ecco quindi che il fare spazio intorno a noi eliminando ciò che non ci serve può veicolare l’analoga modalità interiore che, un passo alla volta, ci rende capaci di lasciar andare, a livello più emotivo ed interiore, ciò che per noi non è più fonte di benessere.

Come fare?

Per alcune persone è facile, una volta recepito lo stimolo, attivarsi per iniziare a selezionare. Per altre meno. Ecco quindi arrivarci in aiuto i professionisti del decluttering, parola spigolosa che indica l’azione del riordinare, mettere in ordine, fare spazio. Come sarebbe avere a disposizione un professionista che ti affianca nell’azione del valutare, selezionare, eliminare, riordinare? E’ una procedura materiale che si traduce sia in un risultato oggettivo, visibile, sia in un processo interiore che aggiunge valore e stabilità al risultato stesso.

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Imparare a scegliere

Dentro ognuno di noi coabitano diversi aspetti della personalità che spesso, rispetto a uno stesso tema, portano prospettive opposte. E’ quindi facile immaginare che, leggendo queste righe, una parte di voi sia inorridita all’idea di disfarsi di qualcosa e un’altra parte abbia esultato all’idea, finalmente, di alleggerirsi. Per questo è importante imparare a dare valore alle istanze dell’una e dell’altra e, al tempo stesso, scegliere. Così posso imparare a riconoscere la parte di me che vuole il nuovo, lo spazio e la leggerezza dando al tempo stesso valore alla parte di me che si affeziona agli oggetti radunandone, per esempio, alcuni ai quali sono particolarmente affezionata in una sorta di collage materico. Può non essere facile ma è certamente possibile, soprattutto se possiamo fare affidamento su un professionista capace di attivare e portare avanti il processo sia sul piano materiale sia sul piano interiore. Dunque, se queste righe vi hanno intrigato, via al decluttering materiale ed emotivo!

“Non so disegnare, non so dipingere e non so scolpire. Le mie cose non le tocco proprio. É il vuoto che mi concentra e mi dà delle idee.”

(Maurizio Cattelan)

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Se il tema ti interessa, se desideri informazioni sulle possibilità di un supporto al decluttering materiale ed emotivo puoi rivolgerti a Winnerteam, Scuola di Counseling a indirizzo Dialogo delle Voci, o scrivere direttamente a: info@winnerteam.it

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