Se i tacchi a spillo per te sono una tortura, ecco cosa devi fare
Dopo il #MeToo, nato negli Stati Uniti il 15 ottobre 2017 adesso è la volta del #KuToo. Il movimento è nato in Giappone circa quattro mesi fa da un tweet di Yumi Ishikawa e anche in questo caso ha come scopo la difesa dei diritti delle donne sul lavoro. Se #MeToo americano però ha come manifesto quello di non essere molestate, il #KuToo rivendica il diritto di poter rifiutare di indossare scarpe con tacco alto sul posto di lavoro.
L’attrice e modella giapponese ha lanciato l’hastag, composto da un gioco di parole tra la parola kutsu che in giapponese significa “scarpe”, e kutsuu, che vuol dire “dolore”, dopo che le era stato proposto un lavoro part time come hostess per un evento in cui le è stato chiesto di indossare un paio di scarpe con un tacco di minimo 5 cm. Visto il successo ottenuto, la Ishikawa ha presentato al ministro della salute, lavoro e welfare la sua petizione, che su Change.org in soli pochi giorni ha ottenuto oltre 27mila firme da tutto il mondo: «Abbiamo consegnato una petizione che chiede l’introduzione di una legge che vieti i datori di lavoro di costringere le donne a indossare tacchi alti, come forma di discriminazione e molestia sessuale», ha commentato Yumi.
Peccato che se la maggior parte delle donne stia con Yumi, lo stesso non si possa dire del ministro interpellato, che ha risposto con un secco no, aggiungendo che «Indossare scarpe con tacchi alti è necessario e appropriato». Yumi non è però intenzionata a mollare la presa, e fa presente che dal 2005 è in vigore un provvedimento governativo che viene definito Cool Biz e che consente agli uomini di non indossare giacca e cravatta per poter risparmiare sulla climatizzazione degli uffici. Oltre a questo, se per certi versi il Giappone si dimostra all’avanguardia, non lo è affatto per ciò che concerne tutela dei diritti delle donne. Nel Paese del Sol Levante infatti, il tasso di occupazione femminile è fra i più bassi al mondo. E nella classifica di 149 Paesi per quanto riguarda la parità dei sessi e trattamento delle donne si trova al 11o° posto, surclassato da Mauritius, India e Guatemala.
Vedremo se il #KuToo di Yumi servirà a modificare questa situazione, decisamente ingiusta e vergognosa.
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