RIFLESSI DI CINEMA

The circle, ecco il nostro destino

di  | 
Tratto da un romanzo di fantascienza, è diventato un film sui giorni nostri e sul complesso rapporto tra noi e la tecnologia. Con un inquietante sguardo verso il futuro

 

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THE CIRCLE
di James Ponsoldt
con Emma Watson, Tom Hanks, John Boyega, Karen Gillian
dal romanzo  “Il cerchio”, di Dave Eggers (2013, pubblicato in Italia da Mondadori)
Nelle sale dal 27 aprile
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Se penso al mio rapporto con la tecnologia, sono due gli aspetti che mi creano il maggior disagio: la terrificante accelerazione di ogni processo, col costante “aggiornamento” di software e hardware immediatamente vetusti e l’annullamento progressivo della privacy. L’essere umano connesso è trasparente e leggibile per tutti, consumatore perfetto di cui si conoscono spostamenti, desideri, pensieri, gusti e abitudini. Difficile, anzi impossibile se si vive nel mondo, restarne immuni. Il romanzo di Dave Eggers, che esordisce nel 2000 con L’opera struggente di un formidabile genio e resta forse il miglior scrittore americano di nicchia e di successo, esce nel 2013 con una storia di fantascienza che riletta oggi è realtà immanente. Un po’ come Lei (lo ricordate? Joaquin Phoenix che si innamora della sua interfaccia virtuale…) che pochi anni dopo è vita quotidiana con Siri et similia sempre più umanizzate e forse desiderate.

Il cerchio – e il film che ne è tratto, con Eggers che collabora alla sceneggiatura e quindi lo riconosce come suo – ha lo stesso destino, perché l’incubo dell’identità unica con cui rapportarsi con la rete che abbatte la privacy ma rende tutto meno farraginoso e le videocamere diffuse in ogni angolo del mondo non sono così distanti da quello che abbiamo intorno.

La storia di The circle è quella di una brava ragazza di provincia che viene assunta in un colosso dell’informatica, The circle, una specie di sintesi fra Apple-Google- Facebook e percorre velocemente i gradini della carriera, aderendo sempre più alla filosofia di fondo dell’azienda: se non hai niente da nascondere, come può spaventarti agire sempre “in chiaro”? Il suo ruolo è quello di essere la testimonial in carne ed ossa di quella Weltanschauung e pazienza se ne paga il prezzo sulla sua pelle: è inevitabile…


Bene, gli interrogativi posti dal romanzo e dal film li capiamo benissimo, perché li proviamo più o meno tutti noi costretti a ubbidire giorno dopo giorno alle evoluzioni – inevitabili? – che ci costringono a una costante simbiosi con computer e tutte le altre protesi elettroniche, ma confrontando il libro con il film si resta delusi. A parte Emma Watson, ahimé scialba come poche altre e incapace – a differenza di Kristen Stewart – di uscire dalla gabbia Harry Potter – Twilight-filmone cult, a svilirsi è la storia, l’intreccio filosofico e inquietante del libro si sfuma e diventa una storiellina molto più pallida, puritana come non era nelle pagine e per giunta con un finale buonista che stride e stravolge il senso del romanzo. A difesa di regista e sceneggiatore bisogna ammettere che era sicuramente complicato portare sullo schermo in tutta la sua complessità il romanzo di Dave Eggers.

La vicenda avrebbe avuto bisogno di un regista più visionario, capace di mescolare atmosfere alla Gattaca, stupire come fece The Truman show, ammantare la vicenda con un aspetto universale sociologico come riuscì a Orwell con la metafora del grande fratello di 1984 e allora sì The circle avrebbe coinvolto fin sotto pelle lo spettatore e l’avrebbe fatto pensare. Perché da pensare c’è, dato che tutto quello a cui stiamo rinunciando sulla nostra privacy in nome della sicurezza e della velocità sta minando alla base uno stile di vita che ha secoli alle spalle. L’intromissione della tecnologia è così violenta che a volte sembra di subire ripercussioni fisiche, chissà, forse parti del corpo sono in via di estinzione e altre invece avranno un sorprendente sviluppo (il pollice opponibile serve solo per digitare messaggi sull’iPhone).


Che cosa non mi è piaciuto dunque del film, che pure ha il merito di mettere sul piatto temi sentiti e cruciali? Che non abbia avuto il coraggio di mostrare fino in fondo la seduzione irresistibile della tecnologia e l’impotenza che ci porta a arrenderci felici al “nemico”, né mi piace che sia stato trascurato il tema del denaro e che si siano messi da parte i temi filosofici più complicati a favore di un’ottica puritana che potrebbe anche dipendere dalla presenza di Tom Hanks, uomo che rifugge da temi oscuri (con buona pace di Dan Brown).

Voi però a questo punto vi chiederete: ma lo vado a vedere questo film? Sì, andatelo a vedere. Ma poi leggetevi il libro. E dopo ancora, per favore, pensateci e parlatene perché la storia è la nostra. Si parla di noi e del nostro futuro.

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