
Al cinema va in scena la strabordante umanità di uno dei giganti della musica
Paolo Conte, Via con me
un film di Giorgio Verdelli
Voce narrante Luca Zingaretti
Nelle sale solo il 28, 29, 30 settembre
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“Ricordatemi per la musica. Va, anche per i testi. E per il kazoo”, si chiude con questa tenera e scanzonata affermazione di Paolo Conte il bellissimo documentario che gli ha dedicato Giorgio Verdelli, attingendo al forziere infinito di materiali Rai e aggiungendo di suo un’intervista densa al musicista e tante testimonianze, quasi tutte magnifiche. Però di Luisa Ranieri si poteva fare a meno, finita lì in mezzo solo perché è moglie di Zingaretti, voce narrante. Come pure insignificante è il contributo del regista Giovanni Veronesi, ma tutti gli altri sono magnifici e tutti amano, stimano, venerano quasi l’Avvocato di Asti. Ascoltando Roberto Benigni, Vinicio Capossela, Caterina Caselli, Francesco De Gregori, Stefano Bollani, il fratello Giorgio, Pupi Avati, Renzo Arbore, Paolo Jannacci, figlio di Enzo, Vincenzo Mollica, Isabella Rossellini, Guido Harari, Cristiano Godano, Lorenzo Jovanotti, Jane Birkin, Patrice Leconte, Peppe Servillo si viene travolti dal talento di tutti, facendo quasi indigestione di genialità e simpatia e dopo 100 minuti di film si esce appagati, felici di sentirsi complici di uno dei più grandi italiani, amatissimo anche all’estero, soprattutto da quei francesi “che si incazzano” ma di certo non con lui.
Paolo Jannacci racconta sorridendo di quando suo padre chiamava l’amico dicendo “C’è il poeta? Parla il Genio”. Caterina Caselli spiega come Conte adattò personalmente la splendida (io ignoravo fosse sua!) “Insieme a te non ci sto più” per piegarla al timbro vocale della cantante, costringendo i musicisti ai salti mortali.
Talento caleidoscopico quello di Paolo Conte. Uomo discreto, elegante, serio e ironico, musicista e poeta, grande avvocato e anche bravissimo pittore. Uomo di passioni che sconfinano dal diritto all’arte, dal jazz all’enigmistica, al cinema. Vediamo i suoi tour più antichi e poi le stesse meravigliose canzoni interpretate in concerti più recenti. Giriamo seguendo una Topolino amaranto per le verdi colline della sua terra, viviamo nello charme e nello chic. Ascoltiamo storie ruvide che fanno rivivere le caves parigine, e storie tenere, amori inventati con guizzi poetici che tutti gli intervistati sottolineano. Insomma, una meraviglia, uomo e musica fusi in un tutt’uno, una via di mezzo fra Hugo Pratt e Jacques Brel, fra Salgari e Omero. Un artista che ha trasformato la sua terra piemontese in un infinito universale.
Certo che ti ricorderemo, di te resteranno le parole, la musica, eh, sì, anche il tuo kazoo. Ma soprattutto la tua strabordante umanità.
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