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Jalisse: 25 anni di fiumi di parole

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Il duo canoro festeggia le nozze d'argento con il brano che li ha resi famosi e ci racconta i nuovi progetti

A pochi giorni dalla nuova edizione del Festival di Sanremo abbiamo incontrato un duo iconico della kermesse ligure, vincitori nel 1997 e da allora mai più tornati sul palco dell’Ariston anche se ogni anno si parla di loro. “Fiumi di parole”, di cui i Jalisse sono anche autori, incanta il pubblico incarnando un pop elegante, raffinato e di presa immediata grazie alla voce cristallina e inconfondibile di Alessandra Drusian e vince a sorpresa quella 47° edizione rimanendo per sempre nella storia del Festival e nella memoria musicale degli italiani (e non solo!).

Il fenomeno Jalisse esplode letteralmente dopo la vittoria a Sanremo del ’97, ma voi avevate iniziato a lavorare insieme molto prima…
Alessandra – “Già… non è stato certo facile arrivare a quel risultato. Io e Fabio abbiamo iniziato a collaborare nel 92, scrivendo insieme e cercando di proporre a varie etichette alcuni miei provini da solista. Visto che non funzionava, nel 93 abbiamo deciso di formare il duo e aprire una nostra etichetta indipendente. La prima canzone che abbiamo scritto è stata “Giuda ballerino”, dall’esclamazione di Dylan Dog, con la quale abbiamo partecipato al Festival di Castrocaro. A seguire siamo stati a Sanremo Giovani nel 95 con “Vivo” e nel ’96 con “Liberami”, per arrivare a passare di categoria nel 97 e gareggiare tra i “Big” con “Fiumi di parole” e da lì è partito tutto. Tra l’altro possiamo affermare con orgoglio che, a tutt’oggi, siamo gli unici ad avere vinto presentandosi con un’etichetta indipendente”.

Il 1997 per voi è un anno magico, che inizia con la vittoria a Sanremo e prosegue con l’uscita del vostro primo album…
Fabio – “Lavoravamo a “Il cerchio magico del mondo“ già da qualche anno, ed è un disco che ci ha dato grandi soddisfazioni, i brani spaziano dalle influenze celtiche a quelle dei nativi americani attraversando diverse atmosfere musicali. Oltre ad aver venduto più di 50.000 copie, è entrato nella rosa dei migliori album del 1997 stilata per Billboard dal giornalista Fred Bronson, ed è rimasto a lungo nella playlist della compagnia aerea United Airlines”.

I Jalisse con al centro il nostro Dario Contri

E’ datata sempre 1997 la vostra ultima partecipazione italiana all’Eurovision Song Contest…
Fabio – “Un’esperienza bellissima che purtroppo è stata travolta da mille polemiche sulle quali non vogliamo ritornare. Anche in Irlanda siamo andati da soli, con la nostra piccola etichetta indipendente e una canzone che girava ormai in tutta Europa. Il rapporto con il pubblico fu eccellente, moltissimi colleghi si sono complimentati per il brano e hanno fatto il tifo per noi. “Fiumi di parole” si è classificata quarta ed è ancora oggi tra i brani più amati dai fan dell’Eurovision di tutto il mondo”.

A cavallo della pandemia avete scritto e prodotto un album che è uscito da poco, “Voglio emozionarmi ancora”.
Alessandra: “Voglio emozionarmi ancora” è un disco nato dalle riflessioni di un periodo in cui ci siamo trovati a rivalutare le cose semplici della vita, i sentimenti, le gioie, le speranze, i sogni, ovvero tutto quello che la vita frenetica di tutti i giorni ci aveva fatto un po’ perdere di vista”.

Uno dei brani che spiccano nell’album è “Speranza in un fiore”. Di cosa parla?
Alessandra – “Tra le immagini che rimarranno per sempre del primo periodo della pandemia c’è proprio quella di questa generazione di nonni che se ne sono andati senza poter avere nemmeno l’abbraccio, il conforto dei loro cari così ci è venuto spontaneo regalare loro una canzone, visto che loro a noi hanno regalato tanto. Il brano vuole essere un messaggio di speranza per un futuro in cui potremo finalmente tornare a riabbracciarci tutti serenamente. Il video l’abbiamo costruito chiedendo al nostro pubblico di mandarci le foto dei loro nonni, quelli di chi non c’è più ma anche quelli di chi ancora gioca con i nipotini. Questo pezzo ci ha dato anche la grande soddisfazione dell’attenzione del Presidente Mattarella, che ha risposto a una nostra mail complimentandosi per il brano e chiedendoci una copia dell’album”.

In un’altra canzone, “Immobili”, affrontate un altro tema di attualità piuttosto scottante.
Fabio – “Immobili” è ispirata ai fatti di Bibbiano, ma parla più in generale del dramma di genitori ai quali per motivi giusti o ingiusti che siano, sono stati tolti i loro figli. Se un genitore è violento o comunque non in grado di seguire e crescere il proprio figlio è giusto che questo venga protetto e affidato ad altre persone, ma questa vicenda ha avuto davvero degli aspetti inquietanti”.

Nell’album è presente anche una nuova versione più intima di “Non aver paura di chiamarlo amore”, che era già uscita come singolo. Come mai l’avere reincisa?
Alessandra – “La versione originale è nata come collaborazione con una band metal veneta, i Teodasia e vuole essere un inno al coraggio ad amare liberamente, senza restrizioni e senza paure. Nell’album abbiamo voluto rifarla con questo arrangiamento perché è stata inserita nella colonna sonora de “L’incanto e la delizia”, un medio-metraggio scritto e diretto da Francesco Zarzana per il quale abbiamo composto anche le musiche inedite. Un film che ha vinto parecchi premi, tra i quali l’ultimo è quello al TEKKA International Film Festival di Singapore 2022. Un’esperienza che ci ha dato molte soddisfazioni e che ripeteremo sicuramente”.

Nelle ultime settimane si è parlato molto della vostra venticinquesima esclusione dal Festival di Sanremo. I brani che la commissione non ha accettato sono poi stati pubblicati?
Fabio – Certo, se scorri la nostra discografia li trovi via via tutti quanti…  “Tra rose e cielo”, “Voglio emozionarmi ancora”, che è stata presentata due anni fa, “Linguaggio Universale” col testo di Rita levi Montalcini, proposta nel 2007… Sanremo ci ha dato tanto e siamo ovviamente affezionati a questo festival che ci ha permesso di farci conoscere dal pubblico… anche se venticinque “no2 ci hanno fatto male, continueremo quindi a provarci. In questi giorni riparte sui nostri social il format che abbiamo iniziato lo scorso anno “SAnREMO IN CASA JALISSE” e, proprio perché amiamo questa manifestazione, la seguiremo così con i nostri amici e i nostri fans.

Parliamo anche del vostro nuovo singolo, uscito la scorsa settimana…
Fabio – “E’ proprio questo quello che ci manca”, che avremmo voluto portare al Festival quest’anno, è uno spaccato della nostra vita. Io penso che oggi dovremmo tutti essere grati ai nostri genitori per le cose buone che abbiamo. Abbiamo deciso così di scrivere una canzone che parli del nostro futuro guardando al passato e ai sacrifici che nel dopoguerra ha fatto quella generazione per costruire l’Italia che abbiamo oggi e che ora è ancora bloccata dal Covid. Sembra che quello che ci manca oggi sia la felicità, ma questa felicità è un sogno che noi abbiamo quotidianamente davanti al nostro specchio, e dobbiamo continuare a specchiarci e a sognare, perché quel sogno non ce lo può togliere nessuno. E’ il sogno di tutti, il Sogno Americano, il sogno di quelli che alla fine di un periodo buio si rimboccano le maniche per ricominciare”

Alessandra – “Tra l’altro il brano sarà la colonna sonora del nuovo corto di Francesco Zarzana che è già iscritto alla selezione dei corti di Cannes”.

Cadiamo nel clichè della solita domanda finale… progetti per il futuro?
Fabio – Intanto noi non fermiamo mai la macchina della produzione: quest’anno festeggiamo i 30 anni di carriera e i 25 anni di “Fiumi di Parole”: abbiamo parecchie idee, stiamo lavorando a diversi brani e a un nuovo album. Quest’estate speriamo di tornare in tour a tutti gli effetti e abbiamo un bel progetto con una band siciliana “Atmosfera Blu”, con la quale condivideremo alcune date. Seguiteci sui nostri social e vi aggiorneremo sugli appuntamenti.

 

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