
Tra 25 anni un bambino su due sarà miope
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, attualmente 250 milioni di persone soffrono di disabilità visiva. Le previsioni sono ancora più allarmanti: entro il 2050, si stima che 5 miliardi di persone saranno miopi. Ma entrando nel dettaglio, la miopia colpisce soprattutto i più piccoli, tra 25 anni un bambino su due sarà miope, a meno che non si intervenga in modo tempestivo. Per inquadrare meglio questo fenomeno è stato coniato un termine “mioepidemia”, la crasi tra miopia ed epidemia. Un’indagine internazionale condotta da Ipsos per EssilorLuxottica ha svelato un dato preoccupante: 1 genitore su 3 non conosce la definizione di miopia. «La miopia è infatti un tema estremamente attuale e sempre più urgente», spiega Maurizio Ferrante Medical Affairs Manager EssilorLuxottica Wholesale Italia. «Rispetto al passato, stiamo osservando una miopia diversa, che non può essere giustificata esclusivamente da fattori genetici, ma è fortemente influenzata dai modelli di vita odierni. Oggi i bambini diventano miopi sempre prima. Tra le cause principali c’è l’utilizzo smodato dei dispositivi digitali, che richiede un’attenzione urgente e mirata per prevenire un problema di portata globale».
L’IMPORTANZA DELLA PRIMA VISITA OCULISTICA
La miopia non è solo un difetto refrattivo. Se non controllata adeguatamente, può influire sullo sviluppo sociale, scolastico e cognitivo dei bambini. Sintomi come difficoltà nella lettura della lavagna, della lim (lavagne interattive multimediali,) e degli schermi in generale, o una ridotta concentrazione e una scarsa autostima sono spesso sottovalutati. Un dato sorprendente, infatti, è che la prima visita oculista in Italia avviene spesso solo al momento dell’ingresso nel sistema scolastico obbligatorio, attorno ai 6 anni (5,8 la media), anche in caso di miopia, che si riscontra dunque solo quando inizia a interferire con l’apprendimento. I bambini, invece, dovrebbero essere sottoposti a una visita oculistica a tre anni e successivamente a sei anni, al fine di individuare precocemente i difetti refrattivi. Questo ritardo è il risultato di una scarsa conoscenza della salute visiva dei figli e delle soluzioni disponibili per correggere la miopia e controllarne la progressione: infatti, soltanto il 20% dei genitori italiani ritiene di avere sufficienti informazioni sui sintomi correlati e solo il 39% sa che l’insorgenza precoce della miopia equivale a una sua rapida progressione. «La miopia infantile è una vera e propria emergenza – puntualizza – Chiara Ferrari Lead Public Affairs, IPSOS.- Molti genitori si trovano in difficoltà: il 70% dichiara di non sapere come affrontare le problematiche legate alla salute visiva dei propri figli, mentre un numero simile ammette di non avere abbastanza tempo da dedicare a queste esigenze. Questo spesso alimenta un senso di colpa nelle famiglie, nonostante quasi la metà (49%) ritenga di essere in grado di valutare correttamente la salute oculare dei propri figli. È evidente che resta ancora molto da fare per sensibilizzare e supportare i genitori in questa sfida cruciale».
IL PERCORSO IDEALE PER GESTIRE LA MIOPIA
Oggi ci sono diverse soluzioni per correggere e controllare con efficacia la progressione della miopia ma, evidenzia IPSOS, il 60% dei genitori non sa che esistono e un ulteriore 25% non comprende la differenza tra le lenti per il controllo della progressione miopica e le lenti standard. Secondo i medici, il percorso ideale per una gestione efficace della miopia parte da screening precoci dal pediatra, che informa e indirizza la famiglia verso una prima visita oculistica a tre anni. L’oculista identifica i fattori di rischio, rileva eventuali segni di pre-miopia e prescrive strategie personalizzate per controllarne la progressione. L’ottico-optometrista, a sua volta, svolge un ruolo fondamentale nell’adattamento delle lenti e nel monitorarne l’efficacia, collaborando strettamente con l’oculista e fornendo alle famiglie un supporto pratico e informativo. «L’Italia è l’unico Paese al mondo dove dalla nascita il bambino è affidato a un pediatra, ma l’oculista ha una professionalità complementare e cruciale», precisa Paolo Nucci, Professore Ordinario di Oftalmologia all’Università di Milano. «Screening precoci, visite pediatriche e controlli oculistici sono i pilastri per una gestione ottimale. Secondo , è fondamentale educare i genitori». Gli fanno eco, le pediatre Carla Tomasini e Pilar Nannini ribadiscono l’importanza di agire presto: “Il riflesso rosso alla nascita, test specifici come l’auto refrattometro o il Test di Lang già nei primi mesi di vita sono strumenti essenziali. Se ci sono fattori di rischio familiari, è necessario un primo controllo oculistico già a 12 mesi. I bambini vanno visitati entro i 3 anni e indirizzati verso abitudini di vita sane: più tempo all’aria aperta, meno esposizione agli schermi. Il 70% dei bambini usa dispositivi digitali già a 2 anni, e questo è un dato che preoccupa”.
LE SOLUZIONI NON MANCANO
Tra le novità in questo settore per correggere la miopia c’è Stellest®, una lente che non solo corregge la vista, ma rallenta la progressione della miopia fino al 67% grazie alla tecnologia H.A.L.T. (Highly Aspherical Lenslet Target). Questa tecnologia, con 1.021 microlenti invisibili, genera un volume di segnale luminoso davanti alla retina, rallentando efficacemente la miopia nei bambini che indossano le lenti per almeno 12 ore al giorno. Per accompagnare i bambini nel loro percorso visivo, il pacchetto Stellest® offre un piano di servizi dedicati, tra cui garanzia estesa, rinnovo facilitato e una promozione per l’acquisto del secondo paio di lenti vista-sole.qui
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