
L’arte dissoluta e passionale del giovane Modì
Ha aperto i battenti a Genova, nell’appartamento del Doge a Palazzo Ducale, la mostra dedicata ad Amedeo Modigliani, con una portentosa esposizione delle sue opere più celebri. Si tratta di una trentina di dipinti e altrettanti disegni provenienti dai più importanti musei e da collezioni private europee e americane che non potevo perdermi per nulla al mondo!
La mia attenzione è immediatamente catturata dai dipinti giovanili dell’ artista livornese (1884/1920): resto colpita da come già dagli esordi, sia manifesta la sua personalità impetuosa, dissoluta e passionale. Sebbene raggiungerà la maturità artistica dopo il suo trasferimento a Parigi, l’impronta che caratterizzerà la sua arte è già chiarissima.
Seguendo il percorso museale e quindi artistico, non posso non notare quanto l’arte di Modì si arricchisca di spessore pur nella coerenza del suo stile: questo resterà unico nel panorama del ‘900 europeo così come il fatto che Modigliani sembri non avere maestri ne’ seguaci. La Francia è la sua seconda patria ed è proprio a Parigi, nel quartiere di Montparnasse, che entra a far parte del flusso delle avanguardie e dialoga con gli artisti dell’epoca più disparati, ma si distaccherà apertamente da ogni corrente artistica: collaborerà con altri pittori (una sezione della mostra è dedicata al suo amico Kinsley e ad alcune tele dipinte a quattro mani) sviluppando un’evocazione lirica e poetica che si concretizza in uno stile dai tratti e dai colori essenziali, fonte di un equilibrio e di un fascino assolutamente unico. Da qui nascono le sue famose figure femminili dal lungo collo, espressione massima del suo pensiero che l’artista livornese così sintetizzava: “Quello che cerco non è né il reale né l’irreale, ma l’inconscio, il mistero istintivo della razza.”
Non a caso la sua personalità e la sua arte lo fanno amare o odiare senza mezze misure dai suoi contemporanei. Gli amici lo chiamano Dedo, i detrattori invece, abbreviando il suo cognome, lo battezzano Modì, l’abbreviazione di Maudit, maledetto. L’ angelico e il demoniaco sono due figure che si contrapporranno sempre nella sua breve vita e nella sua arte, tanto da fargli dichiarare: “Con un occhio guarda il mondo esterno, con l’ altro nella profondità di te stesso”. La sua arte è concentrata tutta qui.
Resto incantata davanti alle sue tele, ai ritratti apparentemente composti e silenziosi, ma che in seconda analisi, scavando più in profondità, urlano passione e potenza. Il disegno, infallibile e perfetto, che viene dalla tradizione toscana, volge lo sguardo verso una realtà non legata alla riproduzione fedele ma è l’ evocazione poetica espressa dagli occhi dipinti senza pupille, straordinariamente penetranti e suggestivi. Indubbiamente affascinante è la sezione dedicata ai suoi nudi. Ritenuti all’epoca oltraggiosi e volgari, mostrano invece la bellezza del corpo femminile senza inibizioni e in modo diretto. È una sensualità istintiva, lontana tanto dal tormentato erotismo evocato da Egon Schiele quanto dalle grevi allegorie mitologiche e orientaleggianti care al gusto borghese della Belle Epoque. E sarà proprio il suo stile essenziale, apparentemente semplice ma elegante e raffinato con cui attraverserà l’ avanguardia parigina, ciò che lo renderà immortale.
Modigliani
Palazzo Ducale, Via Giacomo Matteotti, 9 – Genova.
Dal: 15/03/2017 al 16/07/2017
Orari: Da lunedì a domenica 9.30 – 19.30
Venerdì 9.30 – 22.00
Prezzo: intero 13€ – ridotto 10€
Per info e contatti:
www.modiglianigenova.it
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