FENICE E CONTENTA

Soliderietà femminile sul lavoro per combattere la competizione

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Le donne, storicamente e per natura, sono unite, solidali, empatiche. Almeno tra di noi, non facciamo propaganda anti-femminile. Alimentiamo un pensiero positivo e vendiamoci per quello che siamo: potenti e unite!

Ultimamente mi sono imbattuta in discussioni piuttosto animate relative alla solidarietà femminile sul lavoro. Nella mia esperienza personale sono sempre state le donne ad aiutarmi in ambito lavorativo, non certo i maschi. Anzi! I maschi li ho sempre trovati insopportabilmente narcisi e fragili. Timorosi che gli si tolga la sedia sotto il sedere. Sempre troppo competitivi e castranti. Soprattutto se di fronte si trovavano una donna più intelligente, arguta o talentuosa di loro. Le donne, invece, per me sono state colleghe, amiche e buone cape, quasi sempre. Sono stata fortunata? Può darsi. Certo qualche brutta persona di sesso femminile l’ho incontrata anche io.
È vero pure che se si parla di competizione tra donne sul lavoro un fondo di verità c’è.

Perchè sul lavoro esiste la competizione tra donne

solidarieta femminile lavoro 1

Mi pare abbastanza semplice capire perché si sia sempre registrata più competizione tra le donne che tra gli uomini sul lavoro. Il motivo sta nella dura battaglia che le donne hanno dovuto intraprendere per ottenere quel poco di diritti che hanno, sputando sangue e sudore. I posti apicali sono tutt’ora pochissimi e perché una donna possa raggiungerli deve sacrificare, e sacrificarsi, molto. Con il risultato che spesso ognuna abbia cercato di tenersi stretta più che mai la propria poltrona, anche a costo di fare la pelle alla vicina di scrivania. Per questo, soprattutto nei passati decenni, abbiamo consolidato la nomea che tra di noi siamo delle iene. Il pregiudizio in merito è nato nella notte dei tempi, sia in termini diffamatori, sia per evidenze incontrovertibili

Perchè gli uomini fanno più squadra

Gli uomini hanno sempre sbandierato questo loro cameratismo, questa solidarietà da spogliatoio. Hanno costruito un’immagine di sé super positiva nel corso dei millenni. Da questo punto di vista sono dei veri esperti di marketing! Se uno ha la pancia piena e non ha mai faticato a trovarsi del cibo più di tanto, è naturale che gli venga più semplice condividerlo, si sente più sereno e meno minacciato. Tanto non ne resterà mai sguarnito, non conosce la fame! Chi invece ha sempre dovuto combattere farà fatica a mollare l’osso.
Il fine diffamatorio di questa diceria, invece è la parte che mi interessa più sviluppare. Lo si può comprendere proprio in quel timore delle donne di cui si diceva prima. Sminuire la figura femminile, farla apparire sotto tinte fosche e negative, contribuisce a depotenziarla al fine di toglierle quelle qualità che altrimenti spaventano. Dobbiamo sempre ricordare che gli uomini li partoriamo noi, che la potenza del materno aleggia sulle loro teste e condizionerà sempre le loro vite, in positivo o in negativo a seconda dell’accudimento ricevuto. Con la gigantesca figura materna la partita dell’uomo sarà sempre persa. E allora, in una logica distorta di supremazia di genere, di lotta al potere, è naturale che si sia sviluppata una sorta di strategia diffamatoria.

Mi immagino i nostri antenati che hanno avuto una bella gatta da pelare per imporsi in una, molto sproporzionata, battaglia tra un femminile che ha il potere di “creare” altri esseri umani, e un maschile forte fisicamente ma “solo” strumentale alla procreazione. Il mistero del corpo femminile deve aver tolto sonno a parecchi e così le fantasie da esso generate. Mi sono fatta l’idea che estendendo la questione all’intera società patriarcale lo scenario si chiarifica in un attimo. E questo mi fa comprendere bene le posizioni di un uomo.

È tutto ovvio e forse banale da capire, visto in quest’ottica. Ma continua a sorprendermi la visione delle stesse donne che a tutt’oggi è ancora subordinata a quella maschile. Dopo anni di lotte, di battaglie, di rivendicazioni dei diritti; ancora dobbiamo focalizzare bene chi siamo e cosa siamo? Ancora avvalliamo queste assurde teorie di guerriglia di genere, di sgambetti sleali tra simili?
Le donne per natura invece, e per certi versi anche storicamente, sono unite, solidali, empatiche. Almeno tra di noi, non facciamo propaganda anti-femminile. Alimentiamo un pensiero positivo e vendiamoci per quello che siamo: potenti e unite!

Essere naturalmente donne

Oggi, se vogliamo etichettarci a tutti i costi, ci troviamo di fronte a una nuova era di femminismo, quello del ritorno alla nostra indole, alla nostra natura. In tempi passati abbiamo creduto e aderito a ciò che di noi dicevano i maschi, poi ci siamo sentite emancipate cercando di somigliargli a costo di snaturarci: adesso è ora di affermare quello che siamo e quanto siamo differenti da loro. Non è un fatto qualitativo, è una questione di equilibri. Il mondo ha bisogno di entrambi con uguale importanza. Ma se non ci diremo noi per prime che l’amicizia, la collaborazione, il reciproco aiuto tra donne esiste ed è fondamentale, non potremo mai un giorno dirci davvero al pari degli uomini. Essere naturalmente donne deve diventare necessariamente un obiettivo di tutte noi. E se qualcuna ancora ci farà le scarpe sarà semplicemente perché è una brutta persona che abbiamo incontrato sul nostro cammino. La malediremo, non certo perché donna, ma solo perché è stronza!

Libro consigliato:

donne che corrono coi lupi

Donne che corrono coi lupi 
di Clarissa Pinkola Estés

 

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