RIFLESSI DI CINEMA

Questo “Joker” ci mette tutti a dura prova, ma ne vale la pena

di  | 
La risata del protagonista Arthur mette a disagio anche lo spettatore, più del gessetto che graffia la lavagna. Ma l'interpretazione da Oscar di Joaquin Phoenix resterà scolpita nella memoria del cinema

Joker

 the Joker-Poster

un film di
 Todd Phillips
con Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Frances Conroy, Zazie Beetz

______________________________________________________________

Dimenticate la saga di Batman, cancellate Michael Keaton e Christian Bale e preparatevi a incontrare un nuovo personaggio. Lasciate perdere il passato. Certo, il protagonista Arthur (che diventerà Joker), vive a Gotham City dove circola Thomas Wayne, che è il padre del piccolo Bruce (il futuro Batman). Avete ragione, Arthur sfoggerà il ghigno dell’uomo che ride come a suo tempo mirabilmente fecero Jack Nicholson e Heath Ledger. Però mi permetto di insistere. Non fateci caso: per godervi davvero Joker è molto meglio dimenticare le origini. Più che uno spin off, come si dice oggi, Joker è un oggetto a se stante.

joker 1

State per vedere (mica vorrete perdervelo, no?) un film dove non c’è niente da ridere e chi lo fa, Arthur Fleck, lo fa spinto da una reazione isterica dovuta alla sindrome psicotica certificata dal biglietto che esibisce come giustificazione, ogni volta che gli altri diventano aggressivi o non lo capiscono. La risata di Arthur mette a disagio anche lo spettatore e ben più del gessetto che graffia la lavagna. Ma quei suoni gutturali, quel viso che si deforma, prova grandiosa di alta recitazione, sono essenziali, intrinsechi al personaggio: la risata racconta tutto di Arthur-Joker, ne ritrasmette la follia, la disperazione, l’autodistruzione, il pericolo incombente.

joker 2

Il film è tutto sulle spalle scheletriche di Joaquin Phoenix che se ne è impossessato in maniera dolorosa e prepotente, facendo crescere il personaggio sul suo corpo, smagrito in modo patologico, un corpo che si sottomette alla trasformazione del vessato Arthur nel folle Joker, simbolo di una rivolta irrazionale contro un mondo che un po’ se lo merita. Tanto per dire se ne frega completamente dei diseredati e pure i servizi sociali non hanno più fondi. In un mondo diverso, Arthur non sarebbe mai diventato Joker.

E invece Arthur modifica la sua carne seguendo un percorso da martirio cristologico, diventando capostipite di una generazione di guerrieri, parenti stretti di Anonymus (V for vendetta), che forniti di maschera da clown, mettono a ferro e fuoco la città, come i black block che carsicamente appaiono ogni volta che si può annientare un tentativo di riconciliazione.

joker 4

Arthur Fleck vive con la madre che si ostina a chiamarlo Happy, ma l’uomo felice non lo è per niente. Fa il clown a cottimo per pubblicità, è maltrattato dai colleghi, vessato dai capi, picchiato dai bulli, che sono indifferentemente gang nere di periferia o yuppie con la cravatta, perché il male non ha connotati di classe.

joker 5

La sera accudisce la vecchia madre così simile al fantasma di Psycho. E Arthur, man mano che si trasforma in Joker, fa tornare in mente il cinema più disturbante del passato: Norman Bates appunto di Psycho, Travis di Taxi driver, persino Hannibal del Silenzio degli innocenti e anche il giornalista di Il corridoio della paura.

joker 5

No, non c’è proprio niente da ridere, anche se Arthur continua a chiedersi se la sua vita sia una tragedia o una commedia. Certo, la tragedia sarebbe più nobile, ma richiederebbe più forza di quella che un poveraccio come lui possiede. La vita è comunque uno schifo, magari nella morte potrebbe andare meglio. Morte come aspirazione e liberazione in un film dominato dall’apocalisse, dalla distruzione e dall’autodistruzione che imperano nel buio delle sequenze, sullo sfondo di strade invase dalla spazzatura, appartamenti degradati dove il sole non arriva mai. Joker è film notturno, buio, senza spazio per la speranza.

joker 7

Gotham city è la città della fine, sommersa di immondizia e percorsa da una violenza sotterranea che aspetta la scintilla giusta per esplodere. Che arriva, quando Arthur, stanco di soprusi, ammazza i tre yuppie (siamo negli anni Ottanta) che lo hanno aggredito sulla metropolitana. Il suo volto di clown diventerà il simbolo della rivolta dei poveri contro i ricchi, in una città cupa che più cupa non si può.

joker 8

L’altro grandissimo immenso protagonista è Robert De Niro che cita se stesso e si ritaglia il ruolo di un conduttore Tv, uguale a quello che Jerry Lewis ricopriva in Re per una notte. De Niro potrebbe rappresentare la normalizzazione della patologia di Arthur-Joker se lo aiutasse a realizzare il suo sogno: diventare un comico. Ma i sogni in una città come Gotham city non sono fatti per avverarsi e i mass media sfruttano senza ritegno chiunque, facendo vincere la crudeltà.

joker 9

Film di citazioni e omaggi, sfugge di mano al regista, troppo fragile per un’impresa così ambiziosa, ma resta per nostra fortuna ben saldo nelle mani del protagonista. Joaquin Phoenix è grandioso, immenso, spaventoso, disturbante, emozionante, struggente, empatico per diventare subito dopo repellente. Un personaggio titanico, una performance da Oscar che resterà scolpita nella memoria del cinema.

 

 

 

 

 

 

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.